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Coronavirus, Conte è intervenuto tardi. Scatta la prima denuncia

Carlo Antini
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Prima o poi doveva succedere. La pandemia da coronavirus sbarca sulle carte bollate. E lo fa per mano dell'avvocato Cesare Peluso che presenta formale querela al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma. L'avvocato mette in evidenza che già da maggio 2019 è noto che "in Italia si conterebbe nientemeno che il 30% di decessi da infezioni ospedaliere di tutta l'Unione europea. Il drammatico problema riguarderebbe soprattutto gli over 75". Poi nel dicembre 2019 "i servizi segreti americani allertarono l'omologo servizio nazionale circa ciò che stava accadendo nella provincia di Wuhan, in Cina". Il 1° gennaio 2020 "nel mondo e in Italia si diffonde la notizia di un'epidemia influenzale sconosciuta che determina nei contagiato febbre e polmonite e risulterebbe molto pericolosa, maggiormente nelle persone anziane e fisicamente fragili". E ancora il 16 gennaio 2020 c'è "la prima relazione pubblica dell'Istituto superiore di sanità sulla diffusione del Covid-19 in cui si raccomanda, tra l'altro, di rafforzare, in particolare nei pronto soccorso e nei dipartimenti di medicina d'urgenza, le misure standard di prevenzione e controllo delle infezioni". Si arriva così al 31 gennaio 2020 quando "a seguito del diffondersi delle notizie sul contagio in Cina, il governo - che pur dichiara come non ci sia nulla di cui allarmarsi - proclama per sei mesi lo stato di emergenza".  Per approfondire leggi anche: Ultimatum Renzi a Conte Nonostante tutto ciò, nella querela dell'avv. Peluso si legge che "dal 31 gennaio al 23 febbraio 2020 non fu adottato alcun provvedimento nonostante, come detto, la consapevolezza della gravità dell'epidemia". E ancora "a parte la dichiarata insufficienza dei presidi sanitari resta che per circa un mese il Governo è rimasto totalmente assente e inattivo". Infine si rileva ancora "l'inspiegabile e irresponsabile inerzia da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri direttamente coinvolti per specifiche competenze e responsabilità". A questo punto la parola passa al Tribunale di Roma.         

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