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Coronavirus, Arcuri: test sierologici su 150mila e mascherine per tutti

Domenico Arcuri

Katia Perrini
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Test sierologici e mascherine per tutti. Il commissario straordinario all'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha illustrato gli ultimi passi compiuti prima del 4 maggio con l'entrata nella Fase due. «Abbiamo concluso la gara per il test sierologico, hanno partecipato 72 aziende e dal 4 maggio potremmo iniziare un'indagine a campione su 150mila cittadini - ha spiegato -  Il vincitore non solo ha rispetto pienamente gli otto requisiti richiesti ma anche deciso che questi 150mila test saranno a titolo gratuito». In Italia si arriverà a produrre «25 milioni di mascherine al giorno in modo da non dipendere più dalle importazioni», ha poi sottolineato Arcuri. Nei prossimi giorni inoltre «fisseremo il prezzo massimo delle mascherine». E ancora: «Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno nei prossimi giorni. Lasciamo stare le illazioni, noi ci siamo». Un altro capitolo che ha sollevato critiche e dubbi è quello della App che traccia gli spostamenti dei cittadini. «La app rispetterà tutte le norme sulla privacy nazionali ed europee. L'infrastruttura su cui i dati risiederanno sarà italiana. Negli step successivi non si limiterà a svolgere "contact tracing" ma sarà una sorta di diario sanitario di tutti gli italiani», ha detto il commissario straordinario. La App sarà su base volontaria ma «spero e mi auguro che la gran parte degli italiani la userà», ha aggiunto. «Non è un passaporto o un'alternativa al lockdown ma uno strumento utile per combattere il virus».Poi Arcuri va oltre, con un sottinteso appello alla solidarietà dei cittadini: «Utilizzare la app sarà un gesto di generosità verso tutti e sarà uno straordinario gesto di comunità avendo gli italiani tutti compreso quanto sia necessaria per combattere questa emergenza». Sulla App «bisogna spiegare agli italiani e non convincerli che serve a loro e a tutti noi. Si convinceranno da soli». Sul fronte ospedali e, soprattutto, terapie intensive, ossia i reparti che in queste settimane di emergenza hanno vissuto il dramma del sovraffollamento, Arcuri ha spiegato: «Il lockdown ha prodotto i suoi effetti ma anche l'acquisizione di apparecchiature. Oggi il numero di ventilatori polmonari è doppio rispetto ai pazienti in terapia intensiva». Ma non bisogna per questo cantare vittoria perché: «La vittoria definitiva non arriverà per decreto, dipenderà solo da noi e dai nostri comportamenti soprattutto nei prossimi giorni. Serve comportarsi con tenacia, sacrificio e senso di appartenenza». E per finire: «Non abbiamo ancora vinto, non ci siamo ancora liberati da questo virus. Non siamo ancora al 25 aprile di questa guerra».

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