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La rabbia dei piccoli imprenditori: Conte, così ci fai diventare delinquenti

Davide Di Santo
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Per i piccoli imprenditori e le partite Iva solo rabbia ed esasperazione. Il lockdown totale e prolungato dell'Italia per il coronavirus  mette in ginocchio le imprese. Le misure di compensazione messe in atto dal governo del premier Giuseppe Conte sono insufficienti e i prestiti garantiti un'incognita. A fare le spese sono le piccole e medie aziende come documento questo servizio de Non è l'Arena. il programma condotto da Massimo Giletti su La7. "Il mio negozio era come un figlio per me. Ora la serranda è abbassata", dice una giovane imprenditrice che passa dalla disperazione alla rabbia: "Non per colpa mia, ma per colpa dei politici. Come faccio a dare da mangiare ai miei figli? Ci costringono alla delinquenza". Un ristoratore provoca il premier Giuseppe Conte: "Per te siamo arance da spremere, ci devi pensare te. Io mi faccio un c... così 24 ore al giorno 7 giorni su 7, dovete risolvere voi". Leggi anche: L'imprenditore esasperato a Conte e al governo: vi veniamo a prendere Ha fatto discutere l'intervento di Riccardo Maniscalco, proprietario di un locale di Padova, che racchiude tutta la rabbia di chi non lavora, non incassa, deve onorare tasse e spese fisse e non ha nessun paracadute. "Ho una broncopatia e rischio l'infarto. A 35 anni sono ridotto così perché mi state facendo ammalare... Ma vi vengo a prendere a casa, non avete mai lavorato 18 ore con la paura di non arrivare a fine mese. La gente è stufa, vi viene a prendere a casa". 

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