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Libertà superflua per 2 italiani su 3

Quasi due terzi degli italiani sarebbero disponibili a cedere sulla privacy e consentire i controlli degli spostamenti via cellulare

Massimiliano Lenzi
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C'era una volta l'Italia, paese democratico, occidentale. Libero. Alleato degli Stati Uniti e dei principali paesi europei. Francia, Germania, Inghilterra. E c'erano una volta gli italiani, gente libera e creativa. C'erano, perché purtroppo né l'Italia né gli italiani sembrano più quelli di una volta. Almeno dando un'occhiata alle risposte date ad un sondaggio dal titolo emblematico: «Change. Il mondo (economico) dopo il COVID». Lo studio realizzato da Swg e Kratesis pone alcune domande, in forma di sondaggio, agli italiani. Le risposte sono sconcertanti (almeno per noi che scriviamo). Il catalogo è questo. Primo. Quasi due terzi degli italiani sarebbero disponibili a cedere sulla privacy e consentire i controlli degli spostamenti via cellulare. A domanda precisa, «Lei sarebbe d'accordo che lo Stato possa controllare gli spostamenti dei cittadini attraverso i cellulari anche senza il loro consenso, per individuare le persone entrate in contatto con i soggetti infetti?», il 63% degli intervistati ha risposto sì, sono d'accordo. Solo il 23% ha risposto «no, sarebbe una violazione della privacy» e il 14% ha detto «non saprei». Secondo. Sul tema dei paesi amici e dei paesi nemici le risposte degli interpellati sono state a dir poco inquietanti. Tra i paesi amici il 52% ha messo la Cina (con un più 42% rispetto al 2019), il 32% la Russia e solo il 17% gli Stati Uniti (con un meno 12% rispetto all'anno scorso). Tra i paesi nemici l'elenco è altrettanto sconvolgente: il 45% ha detto Germania, il 38% Francia, il 17% Regno Unito ed il 16% Stati Uniti. Questi numeri sono interessanti anche culturalmente, oltreché come fotografia del presente italiano. Perché nel nostro Paese le tre principali aree culturali e politiche, cattolicesimo, comunismo e fascismo, hanno sempre avuto nell'antiamericanismo pregiudiziale ed ideologico un collante comune e tragico. Tragico perché gli americani, con i loro difetti (chi non ne ha!) hanno sempre difeso le nostre libertà. Oggi prendersela con gli Usa, con la scusa di Donald Trump presidente, per chi non ha mai amato l'America sembra ancora più facile. Ma tra Trump e Xi Jinping noi non abbiamo dubbi. Trump, di corsa. Roberto Arditti, presidente di Kratesis, commenta a “Il Tempo” i risultati del sondaggio. «Un dato impressionante. Gli italiani si son presi una paura di quelle che capitano ogni 50 anni. A marzo erano terrorizzati e adesso questa paura sta un poco scemando e si sta avviando una fase di passaggio dalla grande paura alla grande incertezza». Quanto al sentimento anti-americano Arditti spiega che «gli americani pagano un prezzo di antiamericanismo a cui si aggiunge il fatto che Donald Trump in Europa ha una quota di opinione pubblica cui non piace. Un po' come a New York. Il presidente Usa ha fatto un atto in cui dice "aiutate gli italiani", ma è un documento. Mentre sul piano della propaganda, cinesi e russi hanno stravinto. Gli aiuti cinesi, le brigate dei medici russi che sanificano gli ospedali. I cinesi negli ultimi tempi, sul piano della propaganda, non hanno sbagliato una mossa. I pacchi delle mascherine e del materiale sanitario, tutte le foto dei cinesi arrivati negli ospedali, in Italia. Ed in questo guardare alla Cina c'è anche un ruolo del nostro governo. Sul piano geopolitico si crea un problema, certo. Le faccio un esempio: siamo un paese della Nato che ha avuto una colonna militare russa che ha attraverso la penisola, sbarcati a Roma e saliti a Bergamo». Altrettanto rilevante (dal punto di vista della comprensione del mutamento degli italiani e del loro rapporto con la libertà)- sfogliando la ricerca - il numero degli italiani che sembra condividere gli arresti domiciliari cui li ha relegati il Governo Conte per difenderli dal coronavirus. Nella settimana 16-22 marzo quelli che condividevano le limitazioni che ci sono imposte erano il 91%, un numero sceso all'84% nei giorni tra il 13 ed il 15 aprile. C'è di che essere preoccupati. Il quadro sugli italiani e sull'Italia che offre la ricerca Swg-Kratesis sul mondo economico dopo il Covid ci delinea l'istantanea di un Paese anti-americano, anti-europeista, non più occidentale ma filocinese e pure un po' filorusso. Un Paese che accetta tutte le limitazioni possibili alla propria libertà da parte del Potere. Chiusi in casa, tracciati e chi più ne ha più ne metta. Un'Italia come questa è un'Italia dove la democrazia e le libertà rischiano. Molto. Ed è una nazione dove non ci piace vivere. Se il Capo dello Stato Sergio Mattarella ed il nostro Governo (ma pure le opposizioni) in carica, a cominciare da Giuseppi (la i finale non è un refuso) Conte preferiscono la Cina agli Stati Uniti lo dicano chiaro. E subito. Ne prenderemo atto e provvederemo ad emigrare. Il prima possibile. Perché tra Wuhan e Washington noi non abbiamo dubbi. Che Dio benedica l'America!

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