emergenza coronavirus
Huscher: "Noi medici bistrattati da sempre. E ora ci chiamano eroi"
"Quello che sorprende è che la categoria dei giornalisti si sia accorta di noi medici - ma anche degli infermieri, dei portantini, dei laboratoristi - che da sempre facciamo il nostro dovere perché è la missione del medico, e ci chiami eroi ma non si sia invece accorto che sono altri che non fanno il loro dovere". A parlare, in questa intervista a Il Tempo, è Cristiano Huscher, Direttore della chirurgia oncologica robotica del Policlinico di Abano, in provincia di Padova. Scusi, per altri chi intende? "I giornalisti, che cercano uno scoop, dicendo cose vere e qualche volta non vere. I magistrati, che usano periti di cui sanno, o non sanno, la assoluta incompetenza nel giudicare un fatto. E poi in generale le categorie che lavorano con superficialità". E la politica? Secondo lei sta facendo il suo dovere? "La politica sta facendo il suo dovere quando si impegna per migliorare questo stato di cose. Chiaramente ci sono state delle carenze spaventose. Un rimbalzo di responsabilità tra i politici e i tecnici, senza ricordare che a capo di ogni grande istituzione non ci sta chi deve starci e chi merita ma ci sta quello messo lì dal politico. E questo è stato il risultato. L’Italia è stata chiusa con due mesi di ritardo e con migliaia di morti. Poi c’è un’altra cosa che mi sorprende". Quale? "È che durante gli sforzi per fare meglio i politici si espongano alle chiacchiere che abbiamo visto questa settimana in Senato, litigi da bambini dell’asilo mentre di fronte c’è una tragedia che ha coinvolto migliaia di vite. Questa è la cosa più terribile". Gli italiani quando potranno uscire dai loro arresti domiciliari causa coronavirus? "Io non sono un epidemiologo ma nella mia giovinezza, quando ero in Africa in un ospedale missionario, ho assistito ad una pandemia come questa, di morbillo, che si portò via 11mila bambini. Io mi svegliavo la mattina e quando andavo in pediatria mi trovavo le mamme distese per terra con i bambini morti in braccio. In malattie come queste bisogna stare chiusi in casa fino a che l’epidemia non è scomparsa. Io credo che un tempo ragionevole sarà giugno, forse luglio, perché se lo facessimo prima, con la metodologia italiana, e cioè di mascherine che non sono mascherine, magari con la bandiera italiana ma che non filtrano, allora sarà una tragedia. Perché questo è un virus che abbiamo saputo esistere in Cina sin dalla fine dell’anno scorso, e non si sono comprate mascherine, non si sono fatti letti di terapia intensiva, non si sono arruolati medici, non si è fatto nulla di quello che si doveva fare eppure i contatti con la Cina erano continui. Anche noi medici andavamo e tornavamo continuamente dalla Cina, perché oggi la Cina è avanti in tutto. Hanno 5, 10 robot nello stesso ospedale, hanno l’intelligenza artificiale, quindi anche noi medici andavamo e venivamo. Nonostante questo non c’è stato nessun genialoide di quelli che la politica ha messo a dirigere l’Istituto superiore di Sanità o l’Istituto del farmaco, e quindi questa malattia si è diffusa spaventosamente. Poi si è mandati allo sbaraglio noi medici, infermieri, sanitari, come siamo tuttora mandati allo sbaraglio". Cosa pensa del ruolo degli ospedali privati? "In Italia c’è ancora questa caccia alle streghe verso gli ospedali privati. Ho sentito nei giorni scorsi i 5 Stelle criticare gli ospedali privati. Ma gli ospedali privati non sono una vergogna dell’Italia se fanno bene il loro lavoro e se non guadagnano sulla vita dei malati. Se sono gestiti bene sono una copia dell’ospedale pubblico senza i difetti di quei baracconi dove comanda un raccomandato della politica che comanda ad un altro raccomandato della politica che dirige a sua volta una serie di primari, nessuno dei quali è al suo posto per merito". Cosa pensa dell’immunità per i medici in questa fase da coronavirus, un tema di cui sta discutendo la politica? "La politica non sta discutendo dell’immunità dei medici ma degli amministrativi, cioè di coloro che non hanno ordinato le mascherine, che non hanno ordinato i respiratori. Di quelli nominati dalla politica, sta discutendo se togliergli dai tribunali penali. I medici, invece, e vale la pena di ribadirlo, in Italia – e siamo l’unico stato assieme alla Polonia – vengono giudicati penalmente se un malato ha una qualche complicanza o se il malato decede. Pur senza la responsabilità del medico, e con un’accusa gravissima che è quella dell’omicidio colposo. Siamo l’unico stato a far questo insieme alla Polonia. Non succede in Germania, non succede in Francia, non succede in Inghilterra, non succede in Spagna, non succede in Svizzera. In tutto il mondo civile un medico, se il malato gli muore, non viene processato. Ne viene esaminato il comportamento da una giuria che sta all’interno dell’ospedale e se questa trova del dolo o una colpa molto grave i parenti possono rivolgersi al tribunale penale. Qui in Italia invece c’è un enorme business fatto da avvocati, periti, medici legali, giudici. Pensi al medico legale: oggi la medicina è complessa e ognuno di noi deve occuparsi di una disciplina specifica. Ebbene il medico legale si occupa dalla ginecologia alla chirurgia delle ossa, dalla chirurgia oncologica alla chirurgia generale, lei si renderà conto che questo è un obbrobrio!". Sono parole dure, lei sembra amareggiato. O sbaglio? "Noi viviamo una realtà allucinante. Io opero tumori ogni giorno, tumori molto difficili perché sono conosciuto per fare cose che altri in Italia non fanno, ho avuto la fortuna di avere dei grandi maestri di chirurgia. Eppure lavoro tutti i giorni con il terrore che il malato mi possa denunciare o lo possano fare i parenti. Questa è la nostra vita e questo è il vero motivo per cui noi siamo degli eroi, ma non oggi. Tutti i giorni che operiamo una cosa difficile. Io ho lavorato in Usa, Giappone, Francia, Inghilterra e non ho mai trovato un business medico come in Italia. Non cambierà nulla, così come le domande di quei giornalisti". Ancora coi giornalisti, proprio non ci sopporta? "Così come le domande di quei giornalisti che magari domandano: ‘Dopo saremo diversi? O saremo uguali?’. No, non saremo migliori. Non siamo così male come popolazione ma abbiamo un apparato dirigente e dei leader che non sono leader. Guardi cosa succede in tv, anziché organizzare le giornate delle persone in modo che non escano, cosa dicono alla televisione? Quanti morti, quanti infetti, quante mascherine mancano. Ma quante mascherine mancano sono cose che vanno dette al ministero della Salute ed all’Istituto superiore di Sanità, la popolazione non va spaventata con notizie che non hanno niente di migliorativo sul comportamento. Un buon leader dice, si fa così e così, perché questo salva la vita a voi. E agli altri".