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Polmonite o trombosi? Roberto Burioni fa a pezzi la bufala del medico di Pavia

Davide Di Santo
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Roberto Burioni smonta l'ultima bufala sul coronavirus che corre su WhatsApp. È quella del fantomatico "cardiologo di Pavia" secondo cui il calo del numero di ricoverati per Covid-19 è dovuto all'uso, recente, di farmaci antinfiammatori. "Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio!", si legge nella catena di Sant'Antonio inoltrata in queste ore da telefono a telefono secondo cui non si muore di polmonite ma per microtrombosi venose.  "Prima il farmaco russo, poi il farmaco giapponese, poi il laboratorio cinese, da qualche giorno mancava una bufala sul coronavirus ed è puntualmente arrivata: il cardiologo di Pavia", scrive il virologo sul suo sito Medical Facts. "Sì, perché gira una lettera di un ipotetico cardiologo di Pavia (ovviamente il nome non compare, per cui dobbiamo credere che esista con un atto di fede, che ben si intona con il periodo), un genio che ha capito tutto mentre l'intero mondo si sbaglia e che – guarda caso – ha anche trovato la soluzione: una cura semplicissima, quasi banale, che risolverebbe il problema", ovvero che bastano degli antinfiammatori per vincere il virus e rimuovere i divieti in quattro e quattr'otto. Leggi anche: Burioni superstar da Fazio, bacchetta Brusaferro e la Azzolina "Purtroppo, così come il farmaco russo e il farmaco giapponese, anche questa è una scemenza di proporzioni immense. Lo scritto mette insieme alcune cose vere con altre scemenze olimpioniche, e arriva a conclusioni che definire senza senso è generoso. Insomma, anche in questo caso una bufala. Ricordatevi: le notizie di nuove cure non arriveranno su Whatsapp dalla chat dei genitori della scuola o dei giocatori di calcetto: le troverete nelle riviste scientifiche e noi su Medical Facts ve le racconteremo in maniera istantanea", scrive Burioni. Il testo in questione è il seguente:  "Non vorrei sembrarvi eccessivo ma credo di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus. Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile! Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora abbiamo i primi dati. La gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare. Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità! E perché si formano trombi? Perché l'infiammazione, come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla. Curandola bene a casa eviti non solo l'ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico. Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all'ecocardio. Ma ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara. Per me si potrebbe tornare a vita normale e riaprire le attività commerciali. Via quarantena. Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Il vaccino può arrivare con calma. In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a NON usare antinfiammatori è un disastro! Peggio che in Italia. E parliamo di farmaci vecchi e che costano pochi euro". Il testo rimbalza sui social e nelle ultime ore è stato attribuito a diversi medici e professori esistenti, non solo al fantomatico cardiologo di Pavia. Tra questi un importante ortopedico il quale, contattato, ha preso le distanze dallo scritto. 

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