Andrea Savarino: "La Clorochina limita i danni del virus sul sistema immunitario"
Parla il ricercatore che nel 2003 intuì la possibilità di utilizzarla contro la Sars1
Andrea Savarino, ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità, fu il primo, nel 2003, ad intuire l'uso della Clorochina contro Sars1. Oggi, Savarino, raccoglie i dati provenienti da tutte le strutture ospedaliere per analizzare le cartelle cliniche in funzione dei trattamenti con Clorochina/idrossiclorochina, e redarre una pubblicazione scientifica. Raccontami bene il valore di questa pubblicazione, ergo: validata da comunità scientifica. "Il valore di questa pubblicazione consiste nel fatto che si tratta di uno studio controllato e randomizzato: vi è un gruppo sperimentale trattato con clorochina, paragonato ad un gruppo sottoposto ad un altro trattamento, con lopinavir/ritonavir, una combinazione di molecole precedentemente utilizzata nella terapia di HIV/AIDS. I pazienti sono dapprima stati assegnati ad uno dei due gruppi non per scelta del medico,ma a seguito di un'attribuzione casuale all'uno od all'altro trattamento, cosa che diminuisce il peso delle decisioni umane e rende l'osservazione dell'eventuale effetto del farmaco indipendente da eventuali decisioni cliniche pregresse. Inoltre,si tratta di un lavoro pubblicato su una rivista scientifica seria, il Journalof Molecular and Cell Biology, del gruppo editoriale Oxford Academic. Per essere pubblicato su questo tipo di riviste, un lavoro deve essere sottoposto al vaglio della peer-review, ovvero di una valutazione da parte di esperti indipendenti nel settore". In questa pubblicazione scientifica si parla di negativizzazione, che significa? "I pazienti trattati con clorochina hanno avuto una negativizzazione del virus solo leggermente più rapida di quelli trattati con lopinavir/ritonavir, farmaco che è anch'esso dotato di attività antivirale (ricordo che il ritonavir, insieme con il remdesivir, è stato identificato come uno dei due farmaci con attività antivirale su SARS-CoV-2 paragonabile a quella della clorochina nello studio iniziale in provetta). Ma il grosso degli effetti della clorochina si è visto a livello clinico, con un miglioramento del quadro di interessamento polmonare ed una più rapida dimissione dall'ospedale. Questo è dovuto al fatto che la clorochina non solo ha un effetto antivirale,ma anche immunologico, ovvero limita il danno dovuto all'attivazione abnorme del sistema immunitario daparte del virus. Il processo di randomizzazione ha purtroppo fatto sì che i pazienti trattati con clorochina avessero una diagnosi più recente rispetto a quelli trattati con lopinavir/ritonavir. Per quanto questo non permetta un paragone efficace tra clorochina e lopinavir/ritonavir, permette però di farsi un'idea sull'effetto della clorochina rispetto ad un trattamento subottimale od un mancato trattamento". Per approfondire leggi anche: Coronavirus, svelata la fase due Anche il lopinavir ha dato risultati remissivi su febbre, fino a negativizzazione? "Non si può dire. Né si può negare". Il protocollo Aifa (di somministrazione clorochina) che dosaggi e quali tempi prevede? "Il protocollo dell'AIFA prevede l'uso di idrossiclorochina ad una dose di carico di 800 mg il primo giorno e 400 mg al giorno per il periodo successivo. Una cosa interessante che potrebbe essere alla base del successo di questo studio è che la clorochina è stata somministrata ad un dosaggio di 1000 mg al giorno (come raccomandato dalle linee-guida della Società Italiana di Malattie Infettive, sezione Lombardia). Gli altri studi pubblicati sono risultati poco riproducibili invece perché hanno utilizzato dosaggi equivalenti di idrossiclorochina inferiori,ovvero 400 e 600 mg al giorno". All'interno della comunità scientifica ci sono alcune marcate opposizioni - di suoi colleghi - perché si ritiene che la clorochina/idrossiclorochina possa risultare tossica anche a bassi dosaggi, quali criticità ci sono? "Certo, mi sembra un po' strano che, dopo più di 70 anni di uso clinico della clorochina, anche a dosaggi piuttosto elevati per tempi prolungati, e decenni di studi accurati sul suo profilo di tossicità, tutti questi effetti avversi inaccettabili si verifichino proprio dopo che Trump si è sbilanciato a favore di questa molecola. Mi sembra che il dibattito si sia spostato su un terreno politico, che di scientifico ha poco o nulla. Rispetto l'opinione di questi colleghi, ma che la tossicità della clorochina superi i suoi benefici potenziali in pazienti con COVID-19 resta al momento una mera opinione basata su casi aneddotici: per avvalorarla saranno necessarie sperimentazioni cliniche controllate e randomizzate". Altra cosa importante è la tempestività del trattamento, perché? Prima si fa meglio è? "La lunga storia della ricerca su un'altra malattia virale come HIV/AIDS ci insegna che è necessario colpire il virus al più presto, prima che la malattia progredisca. Ritengo quindi che sia stata un'ottima idea proporre trattamenti domiciliari agli individui infettati prima che l'infezione si evolva in polmonite". Qual è la differenza tra idrossiclorochina e clorochina? "L'idrossiclorochina è identica strutturalmente alla clorochina ma con un atomo di ossigeno in più. Questo atomo di ossigeno conferisce proprietà di distribuzione nell'organismo un po' diverse alle due molecole. Nella terapia della malaria 800 mg di idrossiclorochina corrispondono a 1000 mg di clorochina. Questo fa sì che, nelle linee guida italiane, l'idrossiclorochina sia prescritta ad un dosaggio equivalente inferiore a quello cui è prescritta la clorochina per la stessa indicazione". Quali sono le controindicazioni? "Non vedo grosse controindicazioni: uno studio effettuato su larga scala in pazienti con lupus (una malattia autoimmune) mostra che il trattamento con idrossiclorochina non già non aumenta il rischio di infezioni, bensì lo diminuisce". Eppure, ci sono alcune notizie di cronaca recente, in cui si sono riscontrati decessi dopo l'uso di clorochina? "Come nel caso del paziente dell'Arizona, molti dei casi di tossicità registrati recentemente in Francia, secondo il giornale le Point [https://www.lepoint.fr/sante/exclusif-coronavirus-plusieurs-cas-mortels-d-usage-de-la-chloroquine-en-france-30-03-2020-2369285_40.php], sarebbero derivati da autosomministrazione del farmaco. Come molti altri farmaci clorochina ed idrossiclorochina possono causare alterazioni dell'elettrocardiogramma. L'uso di clorochina/idrossiclorochina, come quello di altri farmaci, dev'essere rigidamente sottoposto a sorveglianza da parte di un medico. Quello che mi stupisce è l'autosomministrazione: né la clorochina né l'idrossiclorochina dovrebbero essere accessibili ai consumatori senza prescrizione medica né in Europa né negli Stati Uniti". E' da poco rimbalzata sui quotidiani l'ipotesi che l'invermectina uccida il virus in 48 ore. Cosa mi sa dire? "L'ivermectina inibisce il trasporto di una proteina del virus nel nucleo delle cellule, che impedisce una difesa cellulare. Questa inibizione fa sì che non si sintetizzi più l'RNA del virus, che serve allo stesso per propagarsi (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0166354220302011). La cosa è interessante ma ancora molto embrionale. Dire che "uccide" il virus è fuorviante".