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Coronavirus, caos Rsa e morti sospette. Lombardia sotto accusa

Silvia Sfregola
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Dal fronte ospedaliero a quello delle Rsa. La lotta al coronavirus prosegue senza sosta in corsia ma continua anche nelle residenze sanitarie assistenziali. Dove i rischi, considerando l'età media dei frequentatori, possono essere anche maggiori. L'inchiesta sulle morti sospette (70 nel solo mese di marzo) al Pio Albergo Trivulzio ha fatto venire a galla le criticità della situazione all'interno di alcune case di riposo. Tanto che da Roma il ministero della Salute ha deciso di inviare gli ispettori nella struttura milanese. "Il Trivulzio ha una gestione congiunta con il Comune di Milano. Tanto è vero che nominiamo insieme i consiglieri di amministrazione - ha spiegato il governatore della Lombardia Attilio Fontana - Chiederò un rapporto e se ci saranno decisioni da prendere o responsabilità da accertare vedremo". Sul tema si è poi soffermato anche l'assessore regionale al welfare Giulio Gallera nel consueto punto stampa di giornata. Chiarendo anche le accuse secondo cui la Regione avrebbe ordinato alle Rsa di ricoverare alcuni pazienti affetti da coronavirus. "Non abbiamo mai imposto di accogliere i pazienti Covid-19 - ha evidenziato - Abbiamo chiesto alle Rsa se volevano e potevano aiutare a salvare le vite alle persone delle aree più compromesse. Qualcuno l'ha fatto, in un numero ristretto". Tra queste tra l'altro non c'è il Pio Albergo Trivulzio, che in ogni caso "ha agito in maniera oculata, lo dimostrano le relazioni, il numero di pazienti positivi è estremamente basso", ha spiegato Gallera, ricordando che sulle 70 vittime (a gennaio erano state di più, un anno fa esatto a marzo furono 52) 18 hanno contratto il Covid-19. "Una media ridotta rispetto ad altre situazioni - ha evidenziato - Ci sono stati titoloni di giornali ed articoli pirotecnici, ma alla verifica puntuale a volte si scopre che la realtà è molto diversa". L'emergenza nelle Rsa però resta un tema concreto e non si restringe ai confini della Lombardia. Dal Piemonte alla Puglia ('La Fontanella' di Soleto) passando per la Calabria (Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro) i decessi nelle case di cura aumentano di ora in ora. Una questione nazionale su cui è intervenuto anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia. "Non permettere la diffusione del virus nelle residenze sanitarie assistenziali è una priorità assoluta - ha sottolineato - Tutte le strutture devono essere in grado di funzionare in sicurezza e con efficacia. Per questo abbiamo chiesto alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle ASL, quali sono le Rsa in condizioni di maggior criticità e quali sono le necessità più urgenti".

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