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Il sussurro di Papa Francesco. Scambiatevi un segno di pace

Un gesto rivoluzionario per rispondere a chi vuole trasformare la scienza in religione

Franco Bechis
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Era da poco terminato il canto del Padre Nostro durante la celebrazione della Santa Messa della domenica delle palme. Papa Francesco stava celebrando in diretta streaming probabilmente seguito da milioni di italiani  e da ancora più fedeli costretti a casa nel mondo, e ha recitato ad occhi bassi il canone: «La pace del Signore sia sempre con voi». I nove concelebranti dentro la basilica di San Pietro, le quattro suore, il cardinale, il vescovo e le altre sei persone sedute a distanza di sicurezza fra i banchi davanti all'altare e la decina di cantori hanno risposto: «E con il tuo spirito...». A quel punto il cerimoniere del Papa, monsignor Guido Marini, ha allontanato il microfono dalla bocca di Francesco. Ma il sussurro del Papa pur soffocato si è sentito lo stesso: «Scambiatevi un segno di pace...». Qualcuno si è scandalizzato: «Ma, come, il segno di pace in questa epoca?». Qualcun altro avrà pensato: «Forza dell'abitudine...». Non è sicuramente così: ogni mattina quando celebra la Santa Messa nella chiesetta vaticana di Santa Marta papa Francesco dice alla fine del Padre Nostro: «Scambiatevi un segno di pace», quindi non è detto a caso. Eppure ogni mattina quando lo dice le telecamere che stanno trasmettendo si alzano a inquadrare qualche colonna, qualche capitello, esattamente come è avvenuto ieri in mondovisione: non sappiamo cosa accada di fronte al Papa, perché non viene fatto vedere. Eppure l'invito del Papa non sarebbe affatto scandaloso: ieri alla domenica delle Palme, come ogni mattino la funzione viene trasmessa in streaming perché possa essere vissuta dall'altra parte dello schermo da chi è rinchiuso in casa ormai da un mese. Famiglie che vivono insieme, padri e madri che dormono nello stesso letto, figli che siedono a fianco a tavola quando tutti ci ci ritrova ai pasti. Perché non potrebbero darsi il segno della pace? Perché non potrebbero abbracciarsi, stringersi la mano, darsi quella pace che in queste ore servirebbe come il pane? Ma per il diktat ufficiale tutto questo è vietato, non si può nemmeno fare vedere. Durante la funzione delle Palme ieri le telecamere hanno evitato perfino di inquadrare quel che avveniva a San Pietro durante l'Eucarestia. Immagino che sia stata distribuita ai pochi presenti, perché i canti di comunione sono stati due, ma per quasi cinque minuti le telecamere che riprendevano hanno staccato sui marmi di San Pietro. Eppure Papa Francesco, che ha fatto riaprire le chiese a Roma i cui portoni si erano chiusi per un giorno solo, ha chiesto ai sacerdoti di portare la comunione ai malati, senza stare a dare un libretto di istruzioni su come farlo. Così come il Papa non ha cambiato nella sostanza la sua vita a Santa Marta, né ha accettato di trasferirsi nel palazzo Apostolico per finire in sostanziale quarantena. Hanno scandalizzato anche le foto ufficiali circolate dei suoi incontri istituzionali (quello con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte come quello con la sindaca di Roma, Virginia Raggi) perché gli ospiti non erano a quella distanza di sicurezza intimata dai virologi che ogni giorno discettano in tv (togliendo tempo prezioso alla ricerca delle cure). Datevi il segno della pace, cari lettori. Fatelo in sicurezza, in famiglia, ma datevelo. Abbracciatevi padri e figli, mamme e bimbi, moglie e mariti. Non state nemmeno a sentire l'ultima follia che da qualche giorno comincia a circolare nei salotti tv, con professorini che sibilano che «bisognerebbe mantenere le distanze anche in famiglia», e qualche citrullo di politico che ci aggiunge di suo: «Mascherine anche in casa...». Già perché tutti questi illuminati che consigliano (e fin qui poco male), ma purtroppo anche intimano avendo politici che li ascoltano e decretano, lo fanno dalle loro case di lusso, dalle ville circondate dal verde, dalle terrazze arredate con attrezzi ginnici. E non sanno che stanno rinchiudendo da settimane in tuguri di due stanze famiglie intere, numerose perché generose anche nella povertà. Abbracciatevi, datevi il segno della pace come invita a fare il Papa anche se lo vorrebbero muto. Guardate Francesco, che oggi è la bussola del mondo. È la migliore medicina contro l'impazzimento collettivo di questo periodo. E pensate anche alla serenità con cui il Papa sta abbracciando il dramma del mondo, con parole che entrano nella nostra carne e tengono sveglie le nostre coscienze: lui sa che la salvezza dell'uomo non poggia soltanto su un manuale di istruzione di virologia. E la implora a Chi ce l'ha già data.

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