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Caos Inps, commercialisti all'attacco. Perché il sito in tilt era prevedibile

Carlo Antini
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«Avevamo chiesto con un apposito emendamento al "Cura Italia" di poter affiancare patronati e soggetti beneficiari nelle operazioni di invio delle richieste per il bonus da 600 euro in modo tale da poter effettuare un invio massivo e non singolo che avrebbe ridotto drasticamente il numero di accessi al sito dell'Inps. Lo avevamo detto: per questo appuntamento serviva uno sforzo straordinario per il quale i commercialisti si erano messi a disposizione. Ci è stato detto inspiegabilmente di no, ma oggi è chiaro che la nostra proposta sarebbe stata estremamente utile al sistema. Per questo ci auguriamo che il Governo ci ripensi». È quanto afferma il Consigliere nazionale dei commercialisti delegato all'area lavoro, Roberto Cunsolo.  Per approfondire leggi anche: Svelati nomi e dati bancari, caos totale all'Inps «Bisognava prevedere - spiega - un invio massivo delle richieste di bonus, come quello che facciamo per l'invio al sito dell'Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni dei redditi, e non l'invio delle richieste una per volta come si è invece scelto di fare. E andavano abilitati anche i professionisti intermediari per questo adempimento che era logico sarebbe stato una sfida enorme per il portale dell'Inps, vista la platea di diversi milioni di aventi diritto e visto che lo stesso portale viene raggiunto in queste stesse ore da tantissime persone interessate ad altri servizi legati all'emergenza coronavirus». Ora, conclude, «ci troviamo con i nostri studi presi comunque d'assalto dai nostri clienti che ci chiedono aiuto e assistenza e con il sito dell'Inps in tilt, con informazioni personali spiattellate sulle loro pagine».

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