Coronavirus, il ponte di Ferragosto? A casa
Il virologo Fabrizio Pregliasco (molto ascoltato dal governo) scettico sulla fine dell'emergenza: "Verso Pasqua si potrà iniziare a ragionare sul dopo-crisi. Al mare quest'estate? Chissà..."
Che ne sarà di noi? D'estate saremo ancora tutti rinchiusi in casa dal governo Conte (con tanto di opinioni confortanti dei virologi) perché è l'unico modo per combattere il coronavirus, oppure potremo tornare timidamente a mettere il muso per strada, magari su una spiaggia? La nostra intervista al professor Fabrizio Pregliasco, virologo della Università degli studi di Milano e direttore sanitario del IRCCS Galeazzi (sempre di Milano) comincia da qui, perché il male fa paura ma anche i domiciliari sanitari perpetui non sono un gran conforto. Professor Pregliasco, un tuffo d'agosto, al mare, mantenendo le debite distanze, gli italiani lo potranno fare? «Chi lo sa, chi lo sa. Speriamo». Confidando che il suo «speriamo» nelle prossime settimane diventi un sì, le chiedo delle zanzare: molti temono che con l'arrivo del caldo le punture di zanzare siano pericolose anche per il coronavirus. Vero o bufala? «Per fortuna non è vero. Gli italiani almeno per questo possono stare tranquilli». Per quanto riguarda la quarantena degli italiani, a che punto siamo? «Siamo ancora indietro, è troppo presto per dire cosa fare. Bisogna insistere ancora e capiremo qualcosa tra una quindicina di giorni, come minimo». Per approfondire leggi anche: Coronavirus, lo strazio in ambulanza Quindi dopo Pasqua? «Potremo fare un punto dopo Pasqua, ma non per decidere immediatamente bensì per capire che cosa e con quale gradualità cominciare a pianificare qualcosa. Ma non certo per cominciare». Nella vulgata comune esiste una speranza contro il coronavirus ed è l'arrivo del caldo: quanto c'è di vero? «Sicuramente con il caldo si evitano gli sbalzi termici che facilitano l'infezione. I virus respiratori sono meno facilitati dalle temperature più elevate solo che come abbiamo visto per l'H1N1, la variante del virus influenzale del 2009, noto come suina, in realtà si è diffuso anche in un periodo precoce perché il virus nuovo se ne frega delle condizioni di temperatura non favorevoli». Siamo sicuri che chi ha già preso il coronavirus poi non lo possa riprendere?... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI