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Delitto di Arce, spunta l'intercettazione choc

Angela Nicoletti
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Un'intercettazione telefonica resa nota dal legale della famiglia del brigadiere dei Carabinieri Santino Tuzi, morto nel 2008, potrebbe dare un ulteriore apporto alle indagini sulla morte di Serena Mollicone, la diciottenne di Arce, nel Frusinate, assassinata nel giugno del 2001 nella caserma dei carabinieri del paese. Per l'omicidio della giovane ricordiamo che sono indagati l'ex maresciallo dell'Arma, Franco Mottola, la moglie Anna Maria, il figlio Marco e due carabinieri che all'epoca dei fatti erano in servizio all'interno della struttura militare.  Per approfondire leggi anche: La perizia accusa il figlio del maresciallo Negli atti consegnati al Giudice per le Udienze Preliminari del tribunale di Cassino, il dottor Domenico Di Croce, c'è un dialogo registrato da chi stava portando avanti le indagini. A renderlo pubblico è stato l'avvocato Elisa Castellucci, che rappresenta i familiari del brigadiere suicida nell'ottobre del 2017. Nel verbale si cita uno dei dipendenti dell'azienda del fratello della signora Anna Maria Mottola. L'uomo che doveva essere sottoposto a prelievo delle impronte papillari parlando spiega “… quello lavorava là! Se l'hanno prese sulla macchina...io comunque le ho portate le macchine! I cartoni li abbiamo maneggiati! Io lo scotch non me lo ricordo, però se io c'ero, io comunque l'abbiamo toccato! Quello stava insieme a noi”. In pratica, secondo l'interpretazione del legale, l'uomo starebbe parlando del modo in cui potrebbe essere stato occultato il corpo di Serena. Un altro aspetto importante, chiarito nel corso dell'udienza davanti al Gup e che si è svolta il 26 febbraio scorso riguarda... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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