NESSUNA RIVOLUZIONE IN VATICANO

Papa Francesco dice no ai preti sposati e tiene unita la Chiesa: "Non è la soluzione"

Dario Martini

Nessuna rivoluzione da parte di Papa Francesco. Non c’è spazio per i preti sposati e neanche per le diaconesse. Bergoglio chiude la questione ed evita una spaccatura nella Chiesa. L’esortazione apostolica "Querida Amazonia", seguita al Sinodo di ottobre e firmata il 2 febbraio, è pubblica e chiarissima: in Amazzonia c’è un problema - urgente - di carenza di sacerdoti e la soluzione è che i vescovi ne inviino altri. I laici, i diaconi, le missionarie potranno senza dubbio continuare ad avere un ruolo centrale nell’organizzazione delle diocesi e nella guida delle comunità, con responsabilità anche pastorali, ma amministrare l’Eucarestia e assolvere dai peccati sono prerogative esclusive "non derogabili" del sacerdote. Papa Francesco mette così un punto all’ondata di polemiche che ha piegato la Chiesa fino a rischiare di spaccarla e stende un’esortazione meno coraggiosa del documento finale che i vescovi hanno consegnato nelle sue mani alla fine di ottobre, in cui proponevano diaconi permanenti con funzioni sacerdotali per zone remote del mondo, in cui non ci sono abbastanza preti. Il Papa si rende conto dell’urgenza di assicurare il ministero sacerdotale nei luoghi più isolati, ma, al paragrafo 89, sottolinea: "Questa pressante necessità mi porta ad esortare tutti i vescovi, in particolare quelli dell’America Latina, non solo a promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali, ma anche a essere più generosi, orientando coloro che mostrano una vocazione missionaria affinché scelgano l’Amazzonia". I laici potranno continuare a insegnare, organizzare le comunità, celebrare alcuni Sacramenti, ma non amministrare l’Eucarestia e assolvere dai peccati. E c'è chi ci è rimasto male: "Ora - dice il movimento internazionale dei sacerdoti sposati - il Papa dovrà fare i conti con le proteste che arriveranno dai vescovi dell’Amazzonia e dovrà anche tenere in conto la crescente diminuzione del clero e la crisi delle vocazioni".