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Coronavirus, studenti dalla Cina a casa su base volontaria e polemiche

Maria Grazia Coletti
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Coronavirus, studenti di rientro dalla Cina a casa su base volontaria: nuova circolare ministeriale emanata a ridosso del rientro degli studenti che si trovano attualmente in Cina e che torneranno in Italia nelle prossime settimane. Per i presidi la norma è buona ma non basta. Le assenze saranno giustificate, per tutti gli studenti, sia italiani che cinesi. Non c'è dunque uno specifico obbligo, ma il ministero della Salute «favorisce» la «permanenza volontaria fiduciaria» a casa per 14 giorni degli studenti che rientrano dalla Cina. È quanto prevede l'aggiornamento della circolare del 01/02/2020 che conteneva «Indicazioni per la gestione degli studenti e dei docenti di ritorno o in partenza verso aree affette della Cina» varato oggi dal ministero della Salute sulla base delle indicazioni messe a disposizione dal Comitato Tecnico Scientifico, istituito dal Commissario straordinario della Protezione Civile.  La circolare riguarda i bambini che frequentano i servizi educativi dell'infanzia e gli studenti, fino alla scuola secondaria di secondo grado, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall'epidemia. Intervengono i presidi. «Le circolari diffuse dal ministero della Salute in epoca di coronavirus tengono conto dello stato d'ansia che si registra nelle famiglie ma non danno la certezza». Il capo dei presidi del Lazio Mario Rusconi replica in questi termini alla nuova circolare del ministero della Salute. «L'altro giorno - lamenta Rusconi - c'è stata una circolare mandata in alcuni uffici scolastici regionali tra cui il Lazio con cui si chiedeva di indicare i ragazzi che erano stati in Cina. Mentre è facile dirlo per ragazzi e professori andati per uno scambio culturale diventa problematico capire chi sia stato in Cina per fatti personali. Si può provare a chiedere ma nessuno può pretendere al 100% che vengano dichiarate con certezza». Il capo dei presidi del Lazio pone l'attenzione anche su un'altra implicazione conseguente alle misure adottate per arginare il rischio contagio: «Abbiamo un progetto di robotica finanziato da una grande impresa italiana che è bloccato perché gli Arduino - schede con cui si possono realizzare dispositivi come controllori di luci, di velocità per motori, sensori di luce, automatismi per il controllo della temperatura e dell'umidità - hanno bisogno di contatti che dovevano arrivare dalla Cina ma sono bloccati dal blocco dei viaggi aerei».

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