il caso
Terremoto, soldi solo per le foto
Fine quinquennio turbolento, per il centrosinistra in Regione Marche. Oltre le prospettive fosche sull’esito della prossima competizione elettorale arriva una bufera piccola-grande sul presidente della Regione Luca Ceriscioli, Pd. Una deliberazione della giunta regionale, infatti, sancisce l’ingaggio di un «addetto presso la segreteria del Presidente, per le specifiche funzioni di segreteria connesse all’incarico di vice commissario per gli interventi della ricostruzione post terremoto 2016». Corrispettivo annuo è di 33.179,12 lordi. Fin qui, nulla di particolarmente sospetto. Se non che facendo un giro sul web si scopre che la persona in questione, Davide Vichi, ha il profilo di videomaker e fotografo. Dunque, stando anche ai rumors di stampa locale, il suo ruolo dovrebbe essere quello di occuparsi dell’immagine web del governatore. Una nota diffusa dall’amministrazione regionale chiarisce la cifra: saranno 2.552,24 euro lordi mensili «che verranno riconosciuti per il periodo dell’incarico, il quale cesserà al termine della legislatura». E specifica, la nota, che l’accensione del nuovo contratto di lavoro avviene in sostituzione di un’altra addetta di segreteria, che se n’è andata a fine anno. Fin qui, la parte burocratica. Ora inizia la parte politica, agganciata al fatto che sia il ruolo che la tempistica (fine quinquennio) di certo non giungono propizi. E dunque si scatena la polemica, con tutto il centrodestra schierato contro l’iniziativa della Giunta. I consiglieri della Lega, a partire dal Capogruppo Zaffiri e poi Malaigia, Zura Puntaroni e Carloni, vergano una nota congiunta in cui annunciano «un atto ispettivo come prevede la legge», inoltre «ci rivolgeremo direttamente alla Procura per vedere se sussistano reati». I consiglieri leghisti mettono in dubbio la «pubblica utilità» della consulenza. E spiegano: «Dopo cinque anni di disastri sulla sanità, sulla gestione dei fondi europei, sulle infrastrutture, sulla gestione del terremoto, sulla mancanza di sostegno alle piccole e medie imprese, questo finale ci regala questo ultimo scandalo». Di «incarico d’oro» parla invece la capogruppo di Forza Italia Jessica Marcozzi. «Nulla da dire sul professionista, un giovane che sarà sicuramente preparatissimo. Ma l’ultimo incarico, l’ennesimo, assegnato dal presidente Ceriscioli e dalla sua giunta ha dell’incredibile». E prosegue: «L’amministrazione regionale cerca di rifarsi un’immagine a quattro mesi dalle elezioni, a suon di euro, ma non ha capito che la sua gestione politico-amministrativa, fallimentare su tutti i fronti, non ha più alcun margine di rimedio». E dunque annuncia sul tema un’interrogazione. Guido Castelli, responsabile enti locali di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Ascoli va giù duro: «Luca Ceriscioli - tuona - negli anni ci ha abituato a interpretazioni "singolari" del suo ruolo di sub commissario al terremoto e, più in generale della gestione delle risorse assegnate al cratere». E prosegue: «sua la celeberrima proposta di utilizzare i proventi degli sms solidali per la realizzazione di piste ciclabili così come quella di finanziare, con i fondi del sisma, gli spot per promuovere il litorale pesarese. Ora con il reclutamento del fotografo chiamato a sostenerlo nella sua funzione di vice commissario al terremoto, il governatore marchigiano si supera. Questa vicenda, tanto più inaccettabile alla luce del perdurante flop della ricostruzione, dimostra come nella terra di Leopardi la fantasia (malata) dei post comunisti resti al potere. Ancora per pochi mesi però...». Ma la questione travalica i confini del centrodestra. Perché anche su alcuni gruppi facebook locali di Italia Viva viene espresso profondo sdegno per quanto accaduto. «Ceriscioli è impresentabile», scrivono gli attivisti di San Benedetto del Tronto. Segno che la temperatura nel centrosinistra è altissima. Non a caso, anche a livello nazionale il tema Marche è stato al centro del confronto negli ultimi giorni tra Italia Viva e Pd. Il coordinatore nazionale del movimento renziano, Ettore Rosato, aveva detto: nulla contro Ceriscioli ma, se si sa che perde, perché insistere? Ci sono tante altre soluzioni». Uno stato di cose che sottolinea la fluidità della situazione nell’area, dove peraltro era stato provato un abboccamento tra Pd e 5 Stelle per trovare un accordo in vista del voto. Intesa su cui Di Maio aveva messo uno stop. Così come Crimi, succeduto pro tempore al ministro degli Esteri al timone dei 5 Stelle, ha bocciato l’ingresso nella giunta a guida Pd di Pesaro (sindaco Matteo Ricci) della capogruppo pentastellata, che è stata deferita ai probiviri.