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Fiumi di droga tra Campania e Lazio, colpo al narcotraffico: 24 arresti

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Davide Di Santo
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Operativi tra la Campania e il Lazio, trafficavano chili di droga, forti anche della vicinanza ad ambienti camorristici. Questa mattina oltre 150 finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, con il supporto dei Comandi Provinciali di Roma, Salerno, Caserta e Latina, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 24 membri di un'organizzazione di narcotrafficanti che, fra i principali esponenti, ha Ciro Capasso, già al centro di altre inchieste giudiziarie. Leggi anche: Camorra e 'ndrangheta insieme per lo spaccio a Roma Importante, ai fini dell'operazione, è considerata la vicenda che vide come protagonista una donna a lui legata, e ritenuta appartenente al gruppo di commercianti che un altro destinatario delle misure emesse utilizzava per riciclare parte dei proventi illeciti del clan. I legami sentimentali con Capasso la indussero ad accollarsi buona parte di un debito, pari a circa 1 milione di euro, che l'uomo aveva maturato nei confronti di alcuni clan a causa del sequestro subito nel 2007 di un ingente di carico di droga, riuscendo fra l'altro ad ottenere una dilazione di pagamento in favore del clan. Le indagini hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che Capasso negli anni successivi, tornato in libertà, sia riuscito a superare la grave crisi finanziaria e abbia ripreso a pieno regime la sua attività di narcotrafficante investendo parte dei suoi guadagni nel settore della ristorazione. Proprio all'interno di uno dei locali in gestione, la nota trattoria-gourmet Tufò di via Posillipo, si sono tenute alcune riunioni anche con il figlio Antonio e altri membri dell'associazione, finalizzate a concordare l'acquisto di grossi quantitativi di cocaina. La droga sequestrata - il cui valore di mercato al dettaglio si aggira intorno a 10 milioni di euro - sarebbe stata destinata ad alimentare le piazze di spaccio non solo della città di Napoli ma anche delle province di Salerno e Caserta. Nei confronti dei principali indagati, è stato eseguito, tra le province di Napoli e Caserta, anche il sequestro di 7 società (tra cui quelle riferite alla gestione dei ristoranti a insegna Tufò), 3 immobili, 13 veicoli e 68 rapporti finanziari, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. Infine, 6 tra i nuclei familiari dei soggetti colpiti dai provvedimenti cautelari personali sono risultati beneficiari di reddito di cittadinanza e le relative posizioni sono state segnalate all'Inps.

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