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La mascherina fa paura, l'odissea sull'autobus per due asiatici sani

Francesca Marrucco (per gentile concessione del Corriere dell'Umbria)
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«Mi ha chiesto se arrivavo dalla Cina e guando gli ho risposto di si è ripartito senza farmi salire». E basita la ragazza cinese che ha visto il tassista riprendere la sua marcia senza aprirle la portiera al terminal degli autobus di Perugia. «Forse ha avuto paura», spiega la studentessa che ha già vissuto una mattinata surreale.  Per approfondire leggi anche: Anche in Usa è terrore coronavirus La ragazza infatti era a bordo dell'autobus della compagnia Sulga che copre la tratta Roma Fiumicino - Perugia. Indossava una mascherina, così come il suo amico. Dormivano sul sedile, uno accanto all'altro, coperti dal giubbotto. Stanchi per il viaggio. Ma tanto è bastato per far scattare la psicosi. Una passeggera che doveva salire a bordo dell'autobus alla stazione Tiburtina pretendeva che i ragazzi venissero controllati da un medico prima di entrare. L'autista l'ha invitata a tranquillizzarsi dato che i giovani non presentavano nessun sintomo sospetto. Nessun colpo di tosse, né starnuti o altro. La donna però non ha desistito e, anzi, ha continuato dicendo che stavano dormendo con addosso dei piumini e delle mascherine sul volto e potevano essere segnali di malessere. Il conducente l'ha addirittura invitata a scendere dal mezzo, previo rimborso. Ma lei non ha voluto saperne. È salita e il pullman ha ripreso la sua marcia verso Perugia. «Poi mentre guidavo - ha raccontato l'autista una volta arrivato a destinazione - mi telefonano dal ministero della Salute. Mi comunicano che a Fiano Romano c'era una pattuglia della polizia stradale che ci avrebbe bloccato. Una volta II con l'altoparlante ci hanno detto di non scendere. Una ragazza doveva andare in bagno ma non glielo hanno permesso... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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