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Delitto del Circeo, Letizia Lopez accusa: così li hanno protetti. E su Andrea Ghira...

Delitto del Circeo, il ritrovamento di Donatella Colasanti

La sorella della ragazza uccisa parla a Le Lunatiche su Rai Radio 2

Davide Di Santo
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Letizia Lopez, sorella di Rosaria vittima del delitto del Circeo del 1975, è intervenuta nel corso della trasmissione Le Lunatiche in onda su Rai Radio 2 ogni sabato e domenica dall'1 alle 5, condotta da Federica Elmi e Barbara Venditti. La donna, oggi ha 68 anni, il giorno in cui la sorella Rosaria morì, era incinta in Sicilia, terra d'origine dei Lopez. Rosaria Lopez e l'amica Donatella Colasanti furono sequestrate e abusate in una villa del Circeo nel settembre 1975. Quest'ultima si finse morta e sopravvisse, Rosaria perì a causa delle ferite gravissime. “Rosaria, da questo punto di vista, è sempre con me - ha ricordato commossa la donna - Quello che ricordo di mia sorella è che era un angelo, una ragazza senza esperienza di vita perché noi siamo cresciute in collegio. Ricordo il suo amore per la vita e la gioia che le è stata strappata, non meritava questo. Sognava di fare l'attrice di teatro e ci diceva sempre che sarebbe diventata famosa. E poi famosa lo è stata ma nella tragedia più assoluta. È stato per noi un boomerang di dolore che sentiamo ancora tutti i giorni. Io ero in Sicilia, incinta di mia figlia e mi precipitai a Roma. Rosaria era bellissima anche nella bara, le scorsi una lacrima sotto l'occhio destro. Quarantacinque anni fa il delitto e il successivo processo fece molto discutere anche perché i tre responsabili Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido, poco più che ventenni erano ragazzi di ottima famiglia, benestanti e studenti in prestigiose scuole private come il San Leone Magno dove aveva studiato anche l'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella. Letizia è ancora molto polemica su come i tre sostanzialmente hanno pagato meno di quello che avrebbero meritato: “Questi tre ragazzi, con un ergastolo a vita, sono usciti nel silenzio totale. Pure in questo le istituzioni hanno sbagliato, in un certo senso sono stati anche protetti. Senza dubbio hanno avuto aiuto chissà da chi, perché uno come Izzo che dopo 5 anni diventa un collaboratore di giustizia è proprio strano. Da quando avevano 14 anni esercitavano violenza senza mai un processo e nessuna condanna, tant'è che una ragazza ad un processo disse al giudice che per fare qualcosa stavano aspettando che morisse qualcuno, infatti dopo è successo. Hanno ammazzato e poi sono usciti. Come si fa a non arrabbiarsi?”. La Lopez ha poi anche riparlato della controversia su Andrea Gira, unico dei tre mai catturato dalla giustizia italiana e delle presunte coperture che ebbe nel riparare in Spagna, dove si arruolò nella Legione Straniera iberica, El Tercio e, secondo le ultime indagini, sarebbe morto di overdose nel 1994. “Andrea Ghira non era tra le foto segnaletiche, è stato il più furbo di tutti- accusa Letizia ai microfoni de Le Lunatiche di Rai Radio 2- Conoscendo la storia della famiglia di Ghira, la sorella della madre abitava tra la Spagna e la Francia e aveva un figlio maschio. Io considero l'ipotesi di uno sostituzione di persona per salvarlo, ma mai nessuno ha indagato anche lì”. Infine la sorella della vittima di uno dei più gravi fatti di cronaca nera del dopoguerra ha toccato il tema del femminicidio:” La prevenzione è importante ma servono delle garanzie, quante volte si sente di donne che hanno denunciato tante volte e poi alla fine sono state uccise o sfregiate? Bisognerebbe intanto capire perché questi uomini agiscono così violentemente nei confronti della donna. In questi 45 anni non si è risolto nulla. Le donne vengono uccise continuamente, basta pensare all'ultimo caso ad Alessandria, di una donna di 42 anni uccisa. Non è cambiato nulla, è questa la tragedia perché ogni giorno che accendendo la televisione o aprendo un giornale vedo tutto questo è come ricominciare. È una storia infinita che non trova uno sbocco, non cambia niente perché si parla sempre di questo problema perché non c'è una buona comunicazione, in famiglia e soprattutto nelle istituzioni, che parlano sempre ma non cambiano niente”.  

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