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L'ultima crociata ambientalista è contro i bastoncini di pesce

Secondo uno studio americano la lavorazione per ridurre merluzzi, granchio e altro in "stick" panati e fritti produce troppe emissioni di gas serra

Carlantonio Solimene
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Si preannuncia una nuova crociata per Greta Thunberg: quella contro i notissimi bastoncini di pesce: stando a quanto affera uno studio sugli impatti climatici della lavorazione dei progetti ittici condotto dall'università della California Santa Cruz, infatti, la lavorazione che serve a trasforare merluzzi e altri tipi di pesce (dal granchio al salmone) in "stick" panati e fritti genera significative emissioni di gas serra. Stando a quanto riportato nell'articolo, la pesca del merluzzo giallo d'Alaska sarebbe relativamente efficiente in termini di consumo di carburante: i merluzzi vengono infatti catturati da grandi reti, chiamate "a strascico", che trasportano molti pesci, i quali vengono poi distribuiti per la lavorazione, spesso utilizzando grandi navi portacontainer che bruciano abbondanti quantità di carburante di bassa qualità che, a loro volta, producono alti livelli di particelle di zolfo. Ma, sottolineano i responsabili dello studio, "Non basta guardare solo alla pesca. Il quadro è molto più grande ed è molto più complicato".

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