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L'armadio di Lapo in beneficenza

Messi all'asta online alcuni "capi iconici" del rampollo di casa Agnelli Lapo Elkann

Katia Perrini
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Il pezzo che finora ha fatto guadagnare di più è la maglia della Juve con il numero 7, quella di Ronaldo: 450 euro. Poi c'è il K-Way da sera con il cravattino da smoking venduto a 250 euro. Le Stan Smith con la Cinquecento stampata sopra sono state piazzate a 200 euro così come il completo giacca-pantaloni a scacchi di Etro. Lapo Elkann, mentre è in convalescenza dopo il terribile incidente d'auto in Israele di un mese fa (nel quale ha rischiato di morire), ha aperto il suo armadio, ha scelto alcuni pezzi iconici, e li ha messi all'asta on line. Il tutto in beneficenza. Il ricavato della vendita, infatti, sarà devoluto alla onlus del rampollo di casa Agnelli, la Fondazione Laps. Elkann, che oggi ha 42 anni, e sembra molto provato sia fisicamente che moralmente, pare voglia dare una svolta alla sua vita spericolata. Uscito dal coma e ripresi i contatti social - ma solo su Twitter - Lapo aveva spiegato: «Voglio ringraziare Dio e poi i medici israeliani e quelli europei. Voglio pregare per i ragazzi giovani che ho visto morire in Israele accanto a me nei letti delle emergenze dell'ospedale, gli amici che mi sono stati vicini, la mia famiglia. Voglio ringraziare Dio di avermi dato la possibilità di ridarmi la vita. Voglio dedicare il mio tempo, il mio cuore e risorse economiche a fare del bene occupandomi della mia Onlus». Così, per aiutare i ragazzi, soprattutto nella fascia tra i 5 e i 14 anni, come spiega il sito della Fondazione, ha messo all'asta alcuni dei celebri abiti che contraddistinguono il suo stile estroso. Pezzi unici, molti dei quali solo lui può indossare con il giusto glamour. Ma che ora qualcun altro, per ora anonimo, si è aggiudicato. Sarà facilmente individuabile, al momento, chi si è aggiudicato le Adidas Superstar con le fasce tricolore e il nome «Lapo» stampato in caratteri-oro sui lati. E lo sarà, probabilmente, chi deciderà di acquistare la giacca-bandiera, ancora invenduta, ma che si può comprare sul sito francese Vestiaire Collective con una base d'asta di 750 euro. «L'imprenditore italiano, filantropo e creativo Lapo Elkann ha iniziato una collaborazione con Vestiaire Collective - si legge sul sito - per vendere alcuni pezzi iconici del suo guardaroba a sostegno della Fondazione LAPS che supporterà un progetto sperimentale creato per trattare le dipendenza da internet, smartphone, videogame e social network. La collezione è composta da un mix di articoli che vanno dall'abbigliamento su misura passando per capi street-style, come ad es. T-shirt in edizione limitata, felpe e sneakers…». Basta un click per aiutare Lapo a crederci, nonostante un passato «pesantissimo», in cui più di una volta ha rischiato di andarsene all'altro mondo. Ma ora il nipote prediletto di Gianni Agnelli ci crede. «Credo fortemente nella sostenibilità - spiega nella pagina dedicata a lui su Vestiaire Collective - ecco perché ci tengo a ispirare e invitare i giovani a fare scelte più consapevoli e informate, in grado di contribuire a salvare il nostro pianeta». Che siano ormai un lontano ricordo le sue «evoluzioni» tra serate oltre ogni limite, girandole di donne e trans, festini a base di droga e corse folli a bordo di bolidi personalizzati, risulta difficile da credere. Ma intanto le immagini che ritraggono Lapo spinto in carrozzina a Saint Moritz, fanno pensare che l'ultimo incidente sia difficile da metabolizzare. Il settimanale «Chi» ritrae Elkann junior molto sofferente. Sembra sia addirittura dimagrito di dieci chili e che faccia fatica a camminare. Ma che voglia con tutte le forze dimostrare che «la mia onlus, non è un capriccio da bambino viziato - ha detto il figlio di Margherita Agnelli parlando della sua creatura - Umanamente Lapo Elkann non è come lo descrivono gli altri, ma è un uomo con il cuore aperto e che ha voglia di fare del bene. Con l'incidente ho capito che è questo il mio nuovo motto di vita. Il motivo della mia vita oggi è aiutare gli altri e chi ha i miei stessi problemi, ma non i miei stessi mezzi per cercare di uscirne». Ne uscirà anche lui?

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