a casa per natale

Permessi al killer della Uno Bianca. La rabbia dei familiari delle vittime

Davide Di Santo

Bufera per il permesso premio a uno dei killer della Uno Bianca. Alberto Savi, il più giovane dei tre fratelli della banda che tra il 1987 e il finire del 1994 fece 24 morti e più di 100 feriti, ha ricevuto un permesso in occasione delle festività natalizie, per passare qualche giorno a casa. L’ex poliziotto, che sta scontando l’ergastolo, è già rientrato nel carcere di Padova, come ha confermato la sua legale, l’avvocata Anna Maria Marin. Non è il primo permesso premio usufruito da Alberto Savi: lo aveva ottenuto per la prima volta nel 2017, e poi successivamente nel 2018, in occasione delle festività pasquali. Ma il 29mo anniversario della strage del Pilastro ha riportato d'attualità la polemica con i familiari delle vittime che chiedono di riaprire l'inchiesta.  Per approfondire leggi anche: La Consulta contro l'ergastolo ostativo "Noi familiari siamo determinati nel ricercare la verità, anche se lontana e difficile da raggiungere e auspichiamo una riapertura delle indagini. Ci batteremo affinché venga fatta piena luce sulle tante ombre che aleggiano su questa vicenda e continueremo ad opporci ai vergognosi sconti di pena per coloro che si sono macchiati di crimini così efferati", scrive in una lettera Ludovico Mitilini, fratello di Otello, a nome delle tre famiglie dei carabinieri uccisi il 4 gennaio 1991 dalla banda della Uno Bianca al Pilastro a Bologna. "Le istituzioni del nostro Paese, invece, hanno il dovere di attivarsi per fare chiarezza su questi sette anni di terrore (dall'97 al 94, ndr), perché le vittime della Uno Bianca ed i loro familiari hanno pagato un prezzo altissimo, che merita rispetto e giustizia". L'esponente della Lega, Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, ha dichiarato: "Condivido la rabbia, la preoccupazione e lo sconforto dei familiari delle vittime, costretti a subire l’affronto dei permessi ’premio' all’assassino dei loro cari. Per non dimenticare. Sempre nel cuore gli eroi italiani delle nostre Forze dell’ordine".