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Il pastore in realtà era un boss. Gela, sequestrati beni per 500mila euro

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Davide Di Santo
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Fingeva di essere un allevatore e un pastore ma era un boss, per questo la polizia ha sequestrato beni per 500mila euro. È accaduto a Gela. L'uomo aveva intestato tutti i beni legati all'azienda alla moglie romena ma il suo spessore criminale e l'ascesa all'interno della cosca di riferimento fino a diventarne reggente, non sono sfuggiti alla questura di Caltanissetta. L'uomo, in passato, si era reso responsabile di molti reati che vanno dall'estorsione al porto abusivo di armi, violenza privata lesioni ed altro. Grazie a tale ruolo di preminenza sul territorio, l'uomo aveva accumulato un discreto patrimonio legato alla sua attività ufficiale di allevatore di ovini e caprini; con un grosso lavoro investigativo, la Divisione anticrimine della questura ha richiesto che tali beni, di importo stimabile intorno ai 500 mila euro fossero sottoposti da parte del Tribunale, a sequestro come misura di prevenzione. A finire nell'ordinanza di sequestro l'intero complesso aziendale, macchine agricole comprese, i terreni rurali per una superficie totale complessiva di oltre 6 ettari, 5 fabbricati, 550 ovini e caprini. Il boss è anche accusato di atti persecutori (dal dicembre 2017 fino al mese di gennaio del 2019). Proprio in relazione a tale ultimo reato, è stato recentemente condannato per aver condotto di continuo il proprio gregge di capre e pecore, all'interno di terreni, già seminati, dei suoi confinanti. Tali comportamenti erano quasi sicuramente finalizzati a imporre in modo vessatorio la propria presenza, così da costringere i vicini ad abbandonare le proprie terre.

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