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Serena Mollicone, il consulente dei Mottola accusa il brigadiere Tuzi

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Angela Nicoletti
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"Serena Mollicone potrebbe essere stata uccisa dal brigadiere Santino Tuzi in un impeto sessuale. A nostro avviso  Il brigadiere era un soggetto con disturbi psichici". Carmelo Lavorino, consulente di parte della famiglia Mottola, nel corso della puntata de Le Iene andata in onda ieri sera, a microfoni spenti, si è lasciato andare a ricostruzioni investigative personali che hanno ferito e scioccato la famiglia del povero brigadiere. "Mio padre è stato un uomo coraggioso ed è grazie alla sua dichiarazione che oggi si è arrivati alla verità sul delitto di Serena. È facile ora gettare fango e sospetto su chi non può difendersi". Lavorino ha annunciato anche la richiesta di riesumazione della salma del brigadiere. Lavorino sostiene che le impronte digitali di Tuzi siano state fatte sparire e per questo chiede un raffronto delle sue dita con la superficie della porta contro la quale è stata fatta sbattere la testa di Serena. Intanto la famiglia Tuzi ha diramato un comunicato stampa. Leggi anche: Serena Mollicone, il padre Guglielmo grave per un infarto "Siamo costretti ad intervenire nuovamente e ancora più duramente, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da Carmelo Lavorino durante la puntata della trasmissione le Iene andata in onda ieri - scrivono Fabio e Maria Tuzi, figli del brigadiere -. Accusare Santino Tuzi di aver ucciso Serena Mollicone, è un'infamia, una vergognosa ipotesi basata sul nulla. Dimentica il Lavorino che è stato prelevato il DNA di Santino Tuzi e confrontato con i reperti biologici trovato sui reperti, con esito negativo. Dimentica il Lavorino che non è necessario riesumare il corpo di Santino Tuzi per il confronto dattiloscopico in quanto esistono le impronte digitali agli atti, come quelle di qualsiasi militare. Sarà questa parte civile a chiedere il confronto dattiloscopico se non ancora effettuato. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Risulta molto curioso che il Lavorino, che nel 2019 sostiene che Tuzi si sia suicidato per nascondere gravi segreti, sia lo stesso Lavorino che nel 2008 contatta Maria Tuzi per offrire la propria consulenza per dimostrare inconfutabilmente che Santino Tuzi era stato ucciso. Il diritto alla difesa è sacro, ma il consulente Lavorino non gode di alcuna immunità funzionale. Le sue dichiarazioni devono attenersi a continenza formale e sostanziale. Cosa che non è avvenuta. Ovviamente Carmelo Lavorino risponderà, in sede penale, delle dichiarazioni calunniose. Abbiamo provveduto ad inoltrare una lettera di protesta all'avvocato Germani, legale dei Mottola, e all'Ordine degli Avvocati di Cassino. Questa parte civile risponderà in aula con propri elaborati e ricostruzioni. Ma non possiamo tollerare la gogna mediatica. Il tutto è ancora più vergognoso viste le gravi condizioni di salute di Guglielmo Mollicone. Sarebbe il tempo del rispettoso silenzio. Siamo pronti al confronto in aula, ma non ci faremo trascinare nel fango. Noi non siamo a abituati".

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