Con l'influenza ospedali ko
Il virus invernale fa capolino. E si ordina l'aumento barelle per sopperire alla carenza di posti
L'influenza comincia a mettere a letto tante persone e già s'inizia a patire la crisi dei posti letto negli ospedali del Lazio, con la Regione che cerca di correre ai ripari varando un «Piano regionale per la gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso». Anche perché il Lazio risulta al 4° posto della classifica delle Regioni più colpite: 181 casi ogni mille assistiti. La settimana si è chiusa in tutta Italia con 119 mila casi, pari ad un'incidenza totale di 1,97 ogni per mille assistiti. Ma, dall'inizio della sorveglianza, il totale nazionale ammonta a 341.000 casi, ben 58 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Il decreto U00453 appena firmato dal commissario Nicola Zingaretti riconosce che «nella Regione Lazio il sovraffollamento è, principalmente, determinato dalla condizione di “boarding”, termine che identifica la permanenza in Pronto Soccorso dei pazienti che hanno completato il percorso assistenziale ed attendono la disponibilità di un posto letto per il ricovero». Secondo le ultime rilevazioni del Ministero della Salute, infatti, il Lazio è al di sotto dello standard nazionale dei 3 posti letto per acuti ogni mille residenti: ne sono rimasti solo 17 mila e 220, pari a 2,92. Ed ora anche la Regione ammette che «dall'attività di verifica dei risultati assistenziali sono emersi alcuni aspetti relativi a carenza di posti letto in aree regionali specifiche per un rapporto non equilibrato tra popolazione e accessi di Pronto soccorso o per indisponibilità di posti letto previsti nella programmazione regionale». E quindi, entro il prossimo «1° dicembre, devono essere indicati interventi aggiuntivi: cruscotto straordinario di posti letto in sovrannumero o in appoggio o blocco dei ricoveri», oltre ad un «aumento di barelle disponibili al fine di garantire un efficace contenimento del fenomeno del blocco delle ambulanze durante la permanenza». Anche perché l'indicatore della chiusura delle schede di Pronto soccorso entro le 12 ore viene considerato adeguato se la percentuale degli accessi risulta essere superiore al 92%. «Nel 2018 nel Lazio 22 ospedali avevano un valore adeguato (maggiore o uguale al 92%), mentre, dei rimanenti 31, ben 24 avevano un valore non adeguato ed inferiore al 90%».