svolta
La Consulta contro l'ergastolo ostativo: permessi anche a mafiosi e terroristi
Cade il divieto assoluto per gli 'ergastolani ostativi' di accedere a permessi premio durante la detenzione. La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 bis, comma 1, dell'ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia, anche se sono stati acquisiti elementi tali da escludere sia l'attualità della partecipazione all'associazione criminale sia, più in generale, il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata. Sempre che, ovviamente, spiega Palazzo della Consulta, il condannato abbia dato piena prova di partecipazione al percorso rieducativo. La Consulta ha preso la sua decisione nel corso della camera di consiglio di oggi in cui ha esaminato le questioni sollevate dalla Corte di cassazione e dal tribunale di sorveglianza di Perugia. In entrambi i casi, si trattava di due persone condannate all'ergastolo per delitti di mafia. La Corte, pronunciandosi nei limiti della richiesta dei giudici rimettenti, ha quindi sottratto la concessione del solo permesso premio alla generale applicazione del meccanismo 'ostativo' (secondo cui i condannati per i reati previsti dall'articolo 4 bis che dopo la condanna non collaborano con la giustizia non possono accedere ai benefici previsti dall'ordinamento penitenziario per la generalità dei detenuti). In virtu' della pronuncia dei 'giudici delle leggi', che nelle prossime settimane depositeranno la loro sentenza con le motivazioni, la presunzione di 'pericolosita' sociale' del detenuto non collaborante non e' piu' assoluta ma diventa relativa e quindi puo' essere superata dal magistrato di sorveglianza, la cui valutazione caso per caso deve basarsi sulle relazioni del carcere nonche' sulle informazioni e i pareri di varie autorita', dalla Procura antimafia o antiterrorismo al competente Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede, non appena appresa la notizia della sentenza della Consulta, ha immediatamente dato impulso agli uffici del ministero di mettersi subito al lavoro per analizzare le possibili conseguenze. "La questione ha la massima priorità" ha detto, come riferiscono fonti di via Arenula. "Una sentenza assurda, diseducativa e disgustosa. E' devastante. Cercheremo di smontarla con ogni mezzo legalmente possibile". Così Matteo Salvini dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull'Ergastolo ostativo, rispondendo ai giornalisti al termine di un comizio a Trevi.