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"Processi lenti? Sì, ma è colpa dei magistrati"

Lo sciopero dell'Unione Camere penali svela il bluff di Bonafede

Andrea Ossino e Augusto Parboni
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«Rinvii processualmente fisiologici». Queste tre parole possono riassumere, nella maggior parte dei casi, quali sono i tempi della prescrizione in Italia. «Rinvii causati da disfunzioni del sistema, quindi attinenti agli uffici del giudice, del pm o a problemi di cancelleria», il secondo aspetto sottolineato dall'Unione delle Camere penali per spiegare qual è la situazione dei Tribunali italiani. All'ultimo posto, per quanto riguarda le motivazioni che portano alla prescrizione, con un 4 per cento, i «rinvii dovuti a impedimenti del difensore o dell'imputato». Insomma, secondo i dati forniti ieri dalle Camere penali, che si sono affidate allo studio di comunicazione «The Skill» per la campagna social sulla questione del giusto processo, i procedimenti interessati dalla prescrizione sono il 10% del totale. All'interno di questi nel 75% dei casi la prescrizione interviene prima della sentenza di primo grado. Quindi la riforma del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che prevede lo stop al decorso a partire dalla sentenza di primo grado, riguarda, secondo i penalisti, solo un 30% di quel 10% dei procedimenti interessati... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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