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Agenti uccisi, il killer ha sparato 23 colpi

Trieste in lutto dopo la sparatoria in questura. L'omicida piantonato in ospedale non risponde a pm. Il fratello: "Non sta bene, parlava con i muri". Esplode la polemica sulle fondine difettose

Silvia Sfregola
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Alejandro Augusto Meran, 29 anni, fermato con l'accusa di duplice omicidio di due agenti della questura di Trieste, freddati ieri pomeriggio negli uffici di Tor Bandena, ha esploso in tutto 23 colpi, utilizzando entrambe le pistole strappate ai poliziotti. L'assassino, portato in questura per la rapina di uno scooter, prima ha scaricato completamente la pistola semiautomatica di Pierluigi Rotta, poi ha preso dalla fondina anche la Beretta di Matteo Demenego.  Adesso il killer dei due poliziotti uccisi ieri nella Questura di Trieste è "piantonato" in ospedale, in stato di fermo per duplice omicidio. Il 29enne domenicano rimane in silenzio, davanti agli inquirenti si è avvalso della facoltà di non rispondere, non ha detto nulla sui motivi che l'hanno spinto a sparare e uccidere i due agenti di polizia Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Intanto a Trieste è il giorno del dolore: città in lutto, bandiere a mezz'asta, e davanti alla questura centinaia di persone sono passate per lasciare fiori e biglietti. Alle 12.25 carabinieri, guardia di finanza e polizia hanno reso omaggio alle due vittime, con un minuto di silenzio durante il quale hanno risuonato in Via di Tor Bandena, solo le sirene delle auto di ordinanza, e in serata, si terrà una messa cui seguirà una fiaccolata. Gli inquirenti hanno sequestrato fondine e armi delle vittime e vanno avanti le indagini mentre emergono i dettagli della tragedia. È stato il fratello di Alejandro Stephan Meran a denunciare per primo la rapina dello scooter di cui era responsabile il 29enne. Carlysle Stephan Meran, quando il fratello gli ha confessato di essere l'autore del furto, ha chiamato la polizia, si è reso disponibile per accompagnare gli agenti a casa, e li ha avvertiti che, pur non essendo in cura presso i servizi di igiene mentale di Trieste, Alejandro soffriva di gravi disturbi psichici. Un dettaglio, questo, confermato anche più tardi dall'uomo ai microfoni di Retequattro, nel corso della puntata di "Stasera Italia", quando ha spiegato che suo fratello Alejandro ha detto: "Sapevo già che non era in se.., si fermava a parlare con il muro". In casa del domenicano si sono recati due equipaggi e personale del 118 che lo hanno trovato "pacato e collaborativo". Gli agenti a quel punto hanno portato in questura i due fratelli per le verifiche del caso. Quando Alejandro Stephan Meran, che sembrava calmo e non era ammanettato, ha chiesto di poter andare in bagno, Pierluigi Rotta si è offerto di accompagnarlo. A quel punto, in una manciata di secondi si è consumata la tragedia: Meran, ancora non è chiaro come, ha sottratto la pistola dell'agente, sparandogli contro due volte. Matteo Demenego è intervenuto non appena ha sentito esplodere i colpi ed è stato freddato da tre proiettili sparati dall'omicida che si è impossessato della seconda pistola e ha tentato la fuga, sparando a un altro agente, prima di essere ferito a sua volta all'inguine e bloccato. Nel frattempo il fratello dell'omicida, in preda al panico, si era barricato in una stanza, usando una scrivania e alcune sedie per bloccare la porta. Era terrorizzato, sotto shock, temeva per la sua incolumità. Per questo ha provato, spiega chi indaga, a scappare nei sotterranei, prima di essere individuato dagli agenti. "Mio fratello mi cercava disperato - ha rivelato Carlysle - mi sono nascosto perché ho sentito 5 o 6 spari e ho pensato che stesse venendo giù l'apocalisse". Carlysle è stato sentito, come testimone, su quanto accaduto e dopo aver firmato il verbale è tornato a casa dove la madre, da venerdì, piange senza darsi pace per quanto accaduto e ai giornalisti che la avvicinano ripete: "Mi dispiace tanto, non so come chiedere perdono. Mio figlio è malato". In serata il questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, ha spiegato che restano ancora dei particolari da chiarire sulla dinamica della morte dei due agenti. Particolari che le telecamere interne della Questura non potranno svelare, visto che l'unica scena che sarebbe stata ripresa dagli impianti di videosorveglianza sarebbe quella in cui il 29enne prende la seconda pistola semiautomatica dalla fondina di una delle vittime.  "Mi crea disagio - ha spiegato il questore - parlare a poche ore di distanza dalla morte di due colleghi di giudizi, perché in questo caso, significa dover mettere giudizi in ordine ai quali bisognerebbe disporre di informazioni complete e io ne dispongo in parte". Poi ha aggiunto: non possiamo dire che sia assolutamente ordinario che ciò accada, ma da qui ad andare a giudicare l'operato di due ragazzi ritengo che sia ingeneroso in questa fase. Allo stesso modo Petronzi ha giudicato "irrispettosa la polemica" circa l'ipotesi che una delle due pistole utilizzate avesse già il colpo in canna.

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