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Rubio choc: dalla lite con Salvini alle minacce di morte

I commenti dello chef sulle vittime fanno infuriare l'ex ministro e il fratello dell'agente Demenego

Matteo Vincenzoni
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Dal post dello chef Rubio sull'"impreparazione degli agenti" alle "minacce di morte" ricevute dal fratello di uno dei poliziotti uccisi in Questura a Trieste. Il primo post di Gabriele Rubini (in arte Rubio), non nuovo a scatenare polemiche via social, è di ieri sera. Parole dure, le sue, rivolte in particolare alle istituzioni, ree, secondo lo chef - conosciuto in tv per il programma "Camionisti in trattoria" - di essere corresponsabili della morte dei due poliziotti. "Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio, che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente: io non mi sento sicuro in mano vostra". Questa mattina, poi, il secondo post "choc". E apriti cielo! "Per servire il Paese (i cittadini, no i coglioni che vi mandano a morire), bisogna essere dei virtuosi, viverla come missione e non come lavoro, essere impeccabili, colti, preparati fisicamente e mentalmente così da gestire qualsiasi imprevisto. I colpevoli sono sopra non sotto", scrive Rubini. Lo chef si riferisce ai poliziotti e ancora ai vertici della polizia, ribadendo il concetto di "omicidio di Stato". Poi l'affondo è diretto a Matteo Salvini, commentando un post in cui l'ex ministro degli Interni aveva scritto "l'infame assassino dei due poliziotti è uno straniero con disagio psichico". "Invece di dire sono una merda - il riferimento dello chef è al leader leghista - compaio a fare il pianto greco solo quando muoiono ma quando sono in vita li faccio lavorare nella totale insicurezza a rischio della loro vita e di quella dei cittadini (...)". Quasi immediata la risposta di Salvini: «A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio. Non sei uno chef, sei uno stupido". E il battibecco, tra i due, non si è fermato a queste poche battute. Poi è stata la volta della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "Insulta (Rubio, ndr) la Polizia nel giorno in cui vengono uccisi due agenti: e questo miserabile ce lo ritroviamo in Tv". E si domanda: "Nessun politico o giornalista di sinistra condanna parole agghiaccianti come queste. Le condividono?". Il riferimento è alla frase dello chef "inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente". Se da una parte chef Rubio appare indignato per ciò che è accaduto nella questura di Trieste, dall'altra giudizi sui poliziotti del tipo "giovani impreparati fisicamente e psicologicamente" sono suonati più che approssimativi e generici a chi ogni giorno, al contrario, fa il poliziotto con passione e con preparazione e non ci sta a considerarsi una minaccia invece di una sicurezza per i cittadini. Giuseppe Tiani, del sindacato Siap, ribadendo che "I colleghi morti a Trieste erano seri, preparati e perfettamente stabili psicologicamente", si limita a definire Rubio "guru del nulla". Gravi, seppur dettate dalla rabbia e dal dolore per la tragica perdita di un caro, le parole di Gianluca Demenego, fratello di Matteo, l'agente di Velletri ucciso insieme al collega Pierluigi Rotta: "Chef Rubio sono il fratello del poliziotto impreparato! Beh, tieni sempre la guardia alta quando giri perché se colgo impreparato pure te fai la fine di mio fratello! Uomo di merda! Ti auguro di perdere un tuo caro! A presto!". E la sottolineatura di Rubio non si è fatta attendere: "Il fratello del poliziotto morto mi ha minacciato di morte (...) mo pare che so stato io".

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