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Stranieri tre volte più delinquenti degli italiani

Il capo della polizia Franco Gabrielli rivela il dato inequivocabile sull'immigrazione

Silvia Sfregola
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"C'è un dato inequivocabile: da 10 anni in Italia i reati fanno segnare un trend in calo complessivo. Ma c'è anche, negli ultimi anni, un aumento degli stranieri coinvolti tra arrestati e denunciati". A lanciare l'allarme è il capo della polizia, Franco Gabrielli che intervenendo al Festival delle città in corso a Roma snocciola dati e la stima inequivocabile: gli stranieri sono tre volte più delinquenti degli italiani. "Nel 2016 - ha ricordato Gabrielli - su 893 mila persone denunciate e arrestate, avevamo il 29,2% degli stranieri coinvolti; nel 2017 la percentuale è salita al 29,8%, l'anno dopo al 32% e nei primi nove mesi del 2019 il trend è lo stesso, poco sotto il 32%. Il fatto che gli stranieri presenti nel nostro Paese, tra regolari e no, sono il 12%, dà la misura del problema". Il capo della polizia critica anche i decreti sicurezza, sottolinea che la mancata integrazione genera criminalità e parla di "operato della polizia ineccepibile" durante la manifestazione di Roma Metropolitane, in cui è rimasto ferito il deputato di Leu Stefano Fassina. E ancora: "Io credo che chi manifesta deve sempre porsi nella condizione di manifestare pacificamente il proprio pensiero. E di non considerare i poliziotti e i carabinieri dei punching ball". "Questo è un Paese nel quale si è ritenuto che sputare a un poliziotto sia un comportamento di tenue gravità - ha aggiunto - Io credo che non sia così. Chi veste una divisa e chi rappresenta un'istituzione, credo che dovrebbe essere portatore di un rispetto non solo per la persona ma anche per quello che rappresenta". "Se mi dovessero chiedere qual è il deficit maggiore del nostro Paese - ha aggiunto - direi che è la perdita di credibilità delle istituzioni a tutti i livelli, che fa sì che la gente si allontani dalla cosa pubblica, che non metta le mani e rischi in prima persona, e tutto questo è il prodotto di una modalità con la quale si ritiene che le istituzioni anche nelle piccole non siano degne di rispetto".

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