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"Facebook rimuova anche contenuti simili a illeciti"

Stefano Liburdi
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La Corte di giustizia Ue ha inflitto un duro colpo a Facebook, sentenziando che i tribunali dei Paesi membri possono ordinare a piattaforme online, come quella di Mark Zuckerberg, di rimuovere contenuti diffamatori ovunque nel mondo. «Il diritto dell'Unione non osta a che a un prestatore di servizi di hosting, come Facebook, venga ingiunto di rimuovere commenti identici e, a certe condizioni, equivalenti a un commento precedentemente dichiarato illecito», si legge in una nota. La sentenza è scaturita dal caso della deputata austriaca Eva Glawischnig Piesczek, portavoce dei Verdi, che ha citato Facebook Ireland dinanzi ai giudici austriaci, chiedendo che gli venisse ordinata la cancellazione di un commento, pubblicato da un utente, ritenuto lesivo del suo onore insieme ad affermazioni identiche o dal contenuto equivalente. La Corte suprema di Vienna si è rivolta alla Corte di giustizia Ue e questa ha stabilito che «la direttiva sul commercio elettronico, la quale mira a stabilire un equilibrio tra i vari interessi in gioco, non osta a che un giudice di uno Stato membro possa ingiungere a un prestatore di servizi di hosting di rimuovere le informazioni da esso memorizzate e il cui contenuto sia identico o equivalente a quello di un'informazione precedentemente dichiarata illecita», e questo «a livello mondiale».

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