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Ex cameriera accusa: "Pinchiorri mi perseguita"

Giorgio Pinchiorri

Il celebre sommelier ora rischia il rinvio a giudizio

Katia Perrini
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Si sarebbe invaghito della sua ex cameriera, aspirante sommelier, fino a perdere la testa, con un corteggiamento ossessivo: dopo varie denunce, un procedimento penale in corso e un ammonimento del questore, Giorgio Pinchiorri, 75 anni, famoso in tutto il mondo per la sua Enoteca Pinchiorri, nel settecentesco palazzo Jacometti-Ciofi in via Ghibellina a Firenze, ristorante con tre stelle Michelin, ha rischiato pure l'arresto per tentare di riconquistarla. Nella notte tra giovedì e venerdì, la donna, 33 anni, appena uscita dal nuovo ristorante del centro storico fiorentino dove lavora adesso, si è trovato il celebre chef e sommelier di nuovo di fronte e ha chiamato i carabinieri. La notizia è riportata oggi dal quotidiano «La Nazione» e dal «Corriere Fiorentino». Attimi turbolenti anche con i militari l'altra notte, che hanno dovuto placare gli animi surriscaldati. Per questo atteggiamento tenuto con i carabinieri, potrebbero arrivargli altri guai. Anche se non più seri di quelli che gli contesta il pubblico ministero Giovanni Solinas. La procura del capoluogo toscano ha, infatti, già chiuso le indagini sul suo conto (il fascicolo era stato aperto nel novembre 2018) e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per il titolare dell'Enoteca Pinchiorri, accusato di stalking. Nelle carte del magistrato titolare dell'inchiesta un cospicuo faldone a suo nome: ci sono le denunce raccolte nei mesi scorsi dalla donna, assistita dall'avvocato Federico Scavetta. La vittima era una sua dipendente, figlia a sua volta di una conoscente del titolare dell'Enoteca Pinchiorri, che dal 1974 il marito Giorgio gestisce con l'altrettanto famosa moglie, la chef di origine francese Annie Féolde. Frequentandosi sul lavoro, l'imprenditore si sarebbe invaghito della 33enne. Avrebbe cercato di accorciare la distanza di quel rapporto professionale con telefonate, sms, regali, "sorprese" sotto casa. Gli imbarazzi di circostanza della sua dipendente si sarebbero trasformati in 'nò. Poi in veri e propri stati d'ansia che - racconta «La Nazione» - l'hanno portata, come primo passo, a licenziarsi da quello che per lei, professionista del vino, era anche un posto di lavoro ambito e blasonato. Nel marzo del 2016 ha, dunque, lasciato l'Enoteca Pinchiorri per allontanarsi dal suo titolare, ma la paura addosso le è rimasta. Perché, contesta la procura, le telefonate sono continuate, da numeri sconosciuti e sempre differenti, così come i doni indesiderati e i pedinamenti a tutte le ore. L'ultimo, l'altra notte. La donna era appena uscita da lavoro, da un ristorante nella zona di Ponte Vecchio, e si stava avviando verso casa in compagnia del fidanzato che, consapevole del passato, la porta al ristorante e dopo la riprende. Ma, secondo quanto ricostruito, la presenza del fidanzato non avrebbe fatto desistere il 75enne che la stava aspettando sul marciapiede. «Facciamo pace», sarebbero state le prime parole di Pinchiorri. Poi i toni sono cambiati, fino all'arrivo dei carabinieri. Finora Giorgio Pinchiorri non ha commentato la vicenda. A parlare è, invece, il suo difensore, l'avvocato Maria Cristina Paoli, che al «Corriere Fiorentiino» ha dichiarato: «La giovane è stata dipendente dell'Enoteca e non andava d'accordo con nessuno. Si è dimessa, è stata riassunta e ha continuato a litigare con tutti. Ma sul nuovo episodio contestato a Pinchiorri, per il momento, non posso dire ancora nulla».

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