Esasperato dai rumori dei lavori, sparò e uccise i vicini di casa. Condannato all'ergastolo
Il 54enne è stato dichiarato dal giudice capace di intendere e di volere
È stato condannato all'ergastolo il 54enne che la mattina del 21 ottobre 2018, alla periferia di Sesto Fiorentino (Firenze), uccise a colpi di pistola i vicini, padre e figlio, per i rumori causati dai lavori di ristrutturazione della loro colonica. Fabrizio Barna è stato giudicato capace di intendere e di volere. Dovrà versare anche 300 mila euro in favore dei famigliari delle due vittime, in attesa della quantificazione del danno in sede civile. Barna impugnò la sua pistola Beretta e freddò con un colpo alla carotide Salvatore Andronico, 66 anni, ingegnere di Trenitalia in pensione e uno degli imputati per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009, e con sette colpi, al volto, alle braccia, alle gambe e al torace, il figlio Simone, 31 anni, ingegnere meccanico. A scatenare la furia omicida di Barna i rumori dei lavori di ristrutturazione che provenivano dalla vicina casa colonica, acquistata dalla famiglia Andronico. Oggi il gup di Firenze, Federico Zampaoli, accogliendo la del pm, Christine Von Borries, ha condannato l'imputato all'ergastolo, al termine del processo celebrato in rito abbreviato. L'autore del delitto, disoccupato, che alcuni anni prima si era licenziato dal suo posto di lavoro di commesso in un supermercato, venne arrestato subito dai carabinieri senza opporre resistenza. Da quel giorno è rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano. Barna, celibe, viveva da solo dopo la scomparsa dei genitori ed era in possesso di una pistola regolarmente denunciata. L'assassino mal sopportava i rumori che provenivano dalla casa che confinava con la sua. Simone Andronico aveva deciso di ristrutturare la colonica per tornarci ad abitare con la sua compagna e nei momenti liberi si faceva aiutare dal padre Salvatore nei lavori edili. Dalle indagini dei carabinieri, emerse che la situazione di tensione tra i vicini di casa andava avanti da quando erano iniziati i lavori e le vittime si erano rivolte a un ufficio di mediazione sociale convenzionato con il Comune di Sesto Fiorentino, che aveva inviato una lettera a Barna al fine di avviare un tentativo di conciliazione per risolvere la lite di vicinato. A scoprire il duplice delitto la mattina del 21 ottobre 2018 fu un'altra vicina di casa, che, sentiti gli spari, mentre si trovava in un campo a raccogliere le olive, si recò verso il cantiere per verificare cosa fosse successo. Alla vista dei cadaveri la donna ebbe un malore ma fece a tempo a chiamare il 112. Accusarono un malore anche la fidanzata e la madre delle due vittime, che furono soccorse e portate all'ospedale. L'omicida, descritto dai conoscenti come un tipo particolarmente solitario, non si era allontanato dalla sua casa in via dei Grilli, aspettando l'arrivo di carabinieri. Subito dopo l'arresto, Barna fu accompagnato nel carcere di Sollicciano. «Non sono pentito di quello che ho fatto, ho fatto bene», sussurò più volte ai carabinieri durante il tragitto verso la cella.