l'annuncio
Open Arms, Toninelli: "Portiamo noi i migranti in Spagna"
La Open Arms "non è un taxi del Mediterraneo" e pertanto non può portare i 107 migranti a bordo nei porti delle Baleari. Al diciottesimo giorno di stallo, questa volta è la ong spagnola a puntare i piedi nei confronti di una scelta "incomprensibile". Per il fondatore Oscar Camps e il suo staff la soluzione è una sola: "Far sbarcare i migranti a Lampedusa" e, se Spagna e Italia vogliono una soluzione diversa per sbloccare la situazione, "se ne devono assumere la responsabilità" mettendo a disposizione tutti i mezzi necessari. Secondi i vertici di Open Arms la piccola imbarcazione "ha compiuto il suo dovere" e non le si può domandare ancora "di affrontare 590 miglia e 3 giorni di navigazione, in condizioni metereologiche peraltro avverse, con 107 persone stremate a bordo e 19 volontari e volontarie molto provati". Una presa di posizione che stizzisce il governo iberico. "Abbiamo offerto ogni tipo di aiuto: medico, viveri. Non capiamo la posizione della Open Arms. Abbiamo offerto il porto più vicino, non possiamo portare i nostri porti in Italia", la risposta piccata di Carmen Calvo, vicepremier dell'esecutivo guidato da Pedro Sanchez. Ma per la ong quella della Spagna non è altro che "una sceneggiata mediatica" e, se si volesse veramente risolvere il problema, basterebbe semplicemente affittare un aereo per trasportare i migranti da Catania a Madrid. "Abbiamo provato a fare un calcolo - argomentano da Open Arms - prendere un boeing per 200 persone viene 240 euro a passeggero. L'anno scorso nel caso Aquarius il costo per una nave della guardia costiera è stato di 290mila euro. Dell'altra altra nave neanche si è saputo. Ma di cosa stiamo parlando?". Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, dopo un'altra lunga giornata di stallo si dice pronto a fare "un passo in avanti", dicendosi disponibile a chiedere alla Guardia Costiera di caricare i migranti e portarli nel porto iberico indicato da Madrid. In cambio, però, Toninelli chiede alla Spagna di fare, prima, a sua volta, "un passo in avanti", rimuovendo la bandiera alla nave della Ong, in modo da impedirle di rimettersi in viaggio per nuove operazioni di soccorso. Insomma, mentre la Ue continua a rivolgere i suoi appelli agli Stati e alle stessa ong affinché si trovi una soluzione "che permetta uno sbarco immediato di tutti", sembra che gli attori restino sostanzialmente fermi sulle loro posizioni. Uno stillicidio che, spiega Alessandro di Benedetto, psicologo di Emergency salito a bordo, "rischia di far diventare la barca una polveriera che potrebbe scoppiare all'improvviso". Anche perché in questi giorni i migranti a bordo hanno pure dovuto subire la beffa degli 'sbarchi fantasma' di piccole imbarcazioni giunte autonomamente a Lampedusa. Nel frattempo nel Mediterraneo potrebbe essersi consumata l'ennesima tragedia del mare. A denunciarlo è Alarm Phone che riferisce la segnalazione giunta da un pescatore. L'uomo ha raccontato di aver salvato tre persone da un'imbarcazione rovesciatasi al largo della Libia e di aver visto molti cadaveri. I superstiti avrebbero parlato di circa 100 persone a bordo.