strage di corinaldo
Sei morti in discoteca, presa la banda dello spray
Svolta nelle indagini sulla strage in discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo. I carabinieri del comando provinciale di Ancona hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Ancona, nei confronti di sette persone, residenti nella provincia di Modena. Sono tutti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine, e sei di loro anche di omicidio preterintenzionale, lesioni personali e singoli episodi di rapine e furti con strappo. L'indagine, condotta dal nucleo investigativo del Reparto operativo di Ancona, sotto la direzione della locale Procura, ha consentito di individuare sei giovani tra i 19 e 22 anni, presenti all'interno della discoteca di Corinaldo, responsabili della morte di 5 giovani tra i 14 e i 16 anni e di una mamma di 39 anni prima di un'esibizione del rapper Sfera Ebbasta, nonché di lesioni personali ad altre 197 persone, eventi verificatisi in seguito alla diffusione di uno spray al peperoncino all'interno del locale 'Lanterna Azzurra Clubbing'. E' stato inoltre accertato che i giovani facevano parte di un gruppo criminale dedito a furti e rapine di monili in oro all'interno di discoteche del centro e Nord Italia. I dettagli dell'operazione verranno resi noti alle 11 nel corso di una conferenza stampa presso la Procura di Ancona. L'inchiesta della procura di Ancona sulla strage al 'Lanterna Azzurra Clubbing' di Corinaldo, prima dei 7 arresti effettuati nella notte dai carabinieri, aveva coinvolto 18 persone, una delle quali minorenne all'epoca dei fatti. Si tratta dei tre gestori del locale, i quattro proprietari dell'immobile, un addetto alla sicurezza, un dj, il sindaco di Corinaldo, i cinque membri effettivi della commissione di vigilanza, e due tecnici, che hanno assistito i gestori nelle pratiche per l'ottenimento del permesso di un locale che, secondo gli inquirenti, risulterebbe essere un magazzino agricolo, ed è stato posto sotto sequestro preventivo. Per tutti e 17 le ipotesi di reato sono di concorso nell'omicidio colposo plurimo aggravato e disastro colposo, mentre per i sei della commissione di vigilanza e i due tecnici c'è l'ipotesi di falso ideologico. Il diciottesimo indagato, dalla procura dei minori, è un 17enne all'epoca dei fatti, sospettato pochi giorni dopo la strage di aver utilizzato uno spray al peperoncino all'interno del locale, scatenando il panico tra i presenti, che si precipitarono quasi tutti verso l'uscita di sicurezza numero 3, davanti alla quale morirono cinque adolescenti e una giovane mamma. Il ragazzo ha sempre detto agli inquirenti di essere altrove la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018: il suo eventuale ruolo, alla luce della svolta nelle indagini culminata nel blitz di stanotte, sarà ora più chiaro. L'operazione che ha portato all'arresto di sette giovani del Modenese è stata condotto dai carabinieri del comando provinciale di Ancona, che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip del tribunale dorico Carlo Cimini. Nell'inchiesta sono impegnati da 8 mesi i militari del nucleo investigativo del reparto operativo di Ancona, coordinati dal capo della procura Monica Garulli e dai sostituti Paolo Gubinelli e Valentina Bavai.