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A tavola è boom di frodi alimentari

La regione più colpita è l'Umbria. Il vino il prodotto più contraffatto

Carlo Antini
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Negli ultimi 10 anni il mercato illegale dell'agroalimentare si è modificato, ramificandosi in tutti i settori: dalla produzione delle materie prime alla trasformazione, fino ad arrivare alla distribuzione e al ciclo finale di smaltimento. I prodotti oggetto di maggiori illeciti provengono da vitivinicolo, zootecnico e conserviero, senza ovviamente dimenticare la ristorazione. Si stima che nell'Unione europea entrino ogni anno 121 miliardi di euro di merci falsificate e, con ben 3 milioni di euro al giorno, quello della contraffazione alimentare è diventato un vero e proprio business, non solo per la criminalità organizzata, ma anche per l'agrofurbo fai da te. È quanto denuncia l'associazione FareAmbiente, che ha riunito alla Camera rappresentanti delle Istituzioni, di Nas, Guardia di Finanza e membri dell'Ispettorato qualità repressione frodi, per la presentazione del Rapporto 2019 sulle frodi agroalimentari (scaricabile su www.fareambiente.it). Reati e frodi sono purtroppo in aumento, nonostante i sempre maggiori controlli effettuati negli ultimi anni dalle forze dell'ordine. È il punto di partenza da cui si sviluppa l'analisi di Vincenzo Pepe, presidente di FareAmbiente, che spiega: “Vi è un business molto forte dietro le frodi agroalimentari, che vanno contrastate fortemente per i rischi legati alla nostra salute e per i danni economici che queste creano al settore. Per entrambi i risvolti, va tutelato il brand del "Made in Italy""superm. E ancora: “Siamo magari molto attenti alla tracciabilità degli alimenti, quando ci troviamo al supermercato, lo siamo molto meno quando ci rechiamo al ristorante. Ecco, l'indicazione che emerge dal Rapporto – sottolinea Pepe – è che dovremmo essere più attenti e chiedere conto del cibo anche quando ci affidiamo alla ristorazione esterna”. “La Regione più colpita? La risposta potrebbe sorprendere: è l'Umbria. Il prodotto più contraffatto? Il vino”, riassume il leader di FareAmbiente, non prima di aver lanciato l'ultima proposta: “Il "fraud food angel", ovvero esperti a supporto delle strutture, sia ristorative che della distribuzione, affinché facciano da interfaccia fra i consumatori e le imprese”.

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