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Affidi illeciti, spunta un altro caso

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La denuncia dell'avvocato Francesco Miraglia che da oltre dieci anni si batte per la tutela e la difesa dei minori

Mary Tagliazucchi
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Un altro clamoroso caso sembra aggiungersi all'inchiesta “Angeli e Demoni”, l'ennesimo caso in cui il "business della falsa accoglienza" ai minori aveva rivelato - a Torino - un giro d'affari di centinaia di migliaia di euro dove i piccoli erano stati allontanati dalle loro famiglie e ricollocati in affido ‘retribuito' da amici e conoscenti. Ora un'altra assurda ingiustizia ai danni di una minore (ora diciottenne) e di sua madre (se confermata in attesa che la legge in questo caso faccia il suo corso e le sue dovute verifiche a tutela di tutti), sembra venire alla luce. A renderlo noto sul suo sito internet l'avvocato Francesco Miraglia  che da oltre dieci anni si batte per la tutela e la difesa dei minori e delle loro famiglie che si vedono strappati i propri figli senza un reale e giusto motivo e, che, contattato da Il Tempo ha aggiunto: “Ancora una volta mi tocca sostenere che quest'ennesima vicenda non è altro che la punta dell'iceberg di una vera e propria tangentopoli ai danni dei bambini. A questo punto occorre una vera commissione d'inchiesta che vada a chiarire eventuali intrecci tra servizi sociali, case famiglia e Tribunali per i minorenni affinché Tribunali di questo tipo vengano cancellati completamente dal nostro sistema”. I fatti citati sono stati da noi solo riportati e rimaniamo quindi in attesa che la giustizia – se confermata la vicenda – faccia il suo corso. “Stasera a Chi L'ha Visto verrà denunciata e svelata un'altra storia che grida giustizia. Tutto ha inizio nel 2006 quando una donna di origine marocchina, con un italiano, arriva al pronto soccorso con le sue bambine (avute da un precedente matrimonio con un uomo tunisino) di 8 e 5 anni. Il marito le ha picchiate e i medici riscontrano nella più grande dei segni sul collo, alla piccina delle ecchimosi alla fronte e a un ginocchio. Trattandosi di bambine maltrattate, i medici sono scrupolosi e controllano anche altro: la cartella clinica riporta per entrambe “genitali intatti”. Una dicitura importantissima, alla luce dell'incubo in cui cadrà successivamente questa donna. “Le figlie le vengono tolte e alloggiate la più grande presso una famiglia. La madre chiede di riaverle con sé e quando diventa insistente (siamo nel 2009) l'assistente sociale del Comune di Reggio Emilia e la dottoressa che si occupano del caso bloccano tutto, sospendono gli incontri protetti madre e figlie asserendo all'Autorità giudiziaria che le bambine avevano paura di incontrare la mamma e che addirittura, le stesse, avrebbero riferito che la mamma le costringeva a prostituirsi”. «Dopo quattro anni?» sottolinea l'avvocato Miraglia nella lunga descrizione della storia, «se lo sono ricordato dopo quattro anni? Ma se alla visita del 2006 era risultato che non avessero lesioni riconducibili ad abusi di natura sessuale! E fino a quando la mamma non aveva richiesto con forza il rientro delle figlie a casa, nessuno ha mai parlato o fatto riferimento ad abusi sessuali o ad altri abusi». Successivamente, nel 2010, un medico legale, addirittura e solo attraverso dei ragionamenti logici, sosteneva che probabilmente le bambine erano state oggetto di abusi sessuali. Di fatto, confermava la versione della dottoressa e dell'assistente sociale. Tutto si conclude con una condanna da scontare, a carico di questa mamma, di anni 6 e mesi 8 di reclusione. “Ma ancora più clamoroso è il proseguo della vicenda. Innanzitutto la bambina più piccola viene adottata dalla psicologa che, dopo aver “accusato” la madre, ha pure gestito il caso. La maggiore sarebbe stata adottata, invece, da una coppia che abita a pochi metri di distanza dalla residenza della psicologa. Ma entrambe le adozioni sono state decretate pur avendo le bambine un padre, che non è mai stato contattato e messo al corrente della loro adottabilità. Anzi, nel momento in cui, venutone e conoscenza, si è appellato chiedendo di annullare le adozioni, la sua richiesta è stata respinta. «Siamo di fronte a una serie di abusi verso questi genitori e di palesi, conclamate irregolarità, che hanno dell'incredibile» “Alla luce di quanto sta emergendo dall'inchiesta, sarà adita immediatamente l'autorità giudiziaria, non solo per chiedere la revocatoria della sua condanna penale, ma anche per fare chiarezza su eventuali intrecci, connivenze e conflitti di interessi tra assistenti sociali, coordinatrice, CAB, Cenacolo Francescano e Tribunale per i Minorenni.” conclude l'avvocato Miraglia.” Niente di nuovo come spiega Cristina Franceschini, avvocato veronese che, oltre ad occuparsi di minori allontanati dalla famiglia,fondare l'onlus Finalmente Liberi,grazie ad una commissione d'inchiesta e un'intensa indagine, nel 2013 scoprì più di 200 casi di conflitto d'interessi dove giudici minorili onorari -in gran parte psicologi- operavano nelle case d'affido o ne erano dirigenti: “Se confermata questa ennesima vicenda di mala giustizia non fa che confermare la presenza di gravi conflitti di interesse, addirittura nella prima parte della ‘filiera' minorile.  Occorre un ente terzo ai servizi sociali. Non è possibile che gli stessi operatori sociali che hanno allontanato il minore, siano poi gli stessi che valutano – da soli – il bambino e i genitori. Al momento non seguendo direttamente la vicenda non posso aggiungere altro. Non resta che aspettare che la giustizia faccia il suo corso”.  

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