lo zar a roma
Il Papa, Mattarella e Conte: gli incontri di Putin a Roma
Prima il faccia a faccia con Papa Francesco in Vaticano, poi la visita in Quirinale al capo dello Stato Sergio Mattarella, infine il bilaterale a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte. Lo zar Putin è a Roma e la Capitale è blindata per la visita ufficiale del presidente russo. Il leader del Cremlino assicura di essere pronto a riannodare il dialogo con gli Usa su un’ampia agenda strategica, esprime apprezzamento per l’impegno dell’Italia a rafforzare la reciproca comprensione nell’area euro-atlantica e dice che ci sono "contatti continui con la Lega". Capitale blindata Lo zar è arrivato a Roma con una imponente delegazione formata da 30 auto di scorta blindate e una decina di super manager al seguito. Ad attenderlo all'aeroporto di Fiumicino c'era la Ilyushin 96-300Pu da 5 miliardi di rubli (70 milioni di euro), blindatissima e lunga sei metri, che è arrivata nella capitale già qualche giorno fa. Al seguito anche aerei cargo per auto e strumenti di telecomunicazione sofisticati. Per il presidente misure di sicurezza simili a quelle utilizzate per la visita di Stato del presidente cinese, Xi Jinping, nell'utima visita in Italia. Centro storico quindi blindatissimo con traffico vietato in una "green zone" che comprende 50 strade, proibite le manifestazioni, schermate le comunicazioni telefoniche e spazio aereo sorvegliato da droni ed elicotteri. La protezione di Putin prevede un migliaio di agenti, compresi tiratori scelti appostati su tetti e terrazze, artificieri e uomini in borghese delle forze speciali, che si aggiungono agli uomini della sua scorta personale. L'incontro col Papa L'udienza con Papa Francesco e Putin dura circa un’ora. Il presidente russo arriva in Vaticano direttamente dall'aeroporto di Fiumicino con un ritardo di circa un’ora rispetto all'agenda prevista. L’udienza era stata infatti fissata per le 13.15. È la terza volta che Putin vede Francesco: il primo incontro fu il 25 novembre 2013 e il secondo il 10 giugno 2015. "Grazie per il tempo che mi ha dedicato. È stato un discorso molto sostanzioso e interessante". Così il presidente della Federazione russa salutando Papa Francesco alla fine dell’udienza - durata circa un’ora - dopo lo scambio dei doni. Il Pontefice lo ha salutato con un "Preghi per me". Durante lo scambio dei doni, Francesco ha consegnato il Messaggio per la pace di quest’anno, dicendo: "L’ho firmato oggi per lei"; il documento di Abu Dhabi sulla fratellanza; l’Esortazione apostolica Gaudete et exultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo e la Christus vivit, esortazione post sinodale sul Sinodo dedicato ai giovani. Altro dono di Francesco: una acquaforte del 1774 che raffigura piazza San Pietro a quel tempo, realizzata da Giuseppe Vasi. Mostrandola a Putin Francesco ha detto: «Perchè non dimentichi Roma". Putin ha invece donato un dvd "Il peccato" di Andrei Konchalovsky su Michelangelo, film realizzato in Italia. "È uno dei nostri registi più famosi", ha detto Putin precisando che Konchalovsky è "vissuto in Italia". "Mi ha chiesto - ha poi aggiunto - se ha qualche minuto per vederlo". Oltre al dvd, Putin ha donato un libro sulle riprese del film e una icona di San Pietro e Paolo: "Voi lo festeggiate il 29 giugno, noi il 12 luglio". In Quirinale Dopo il Papa il presidente russo è stato accolto in Quirinale dal presidente della Repubblica Mattarella con una stretta di mano nella Loggia alla vetrata. L’auto blindata di Putin è stata scortata dai corazzieri fino al Quirinale ed ha fatto ingresso nel cortile d’onore mentre sul Torrino è stata issata la bandiera della federazione russa. I due presidenti hanno assistito all’esecuzione degli inni nazionali da parte del picchetto d’onore. Mattarella e Putin si sono poi trasferiti nella sala del Bronzino per la presentazione delle due delegazioni e una colazione di lavoro. Una piccola curiosità: Putin ha percorso a piedi il colonnato del cortile d’onore, accompagnato dal consigliere militare della Presidenza della Repubblica generale Roberto Corsini, poichè la sua auto, una limousine Aurus, per la sua stazza non riesce a fare la curva per entrare nel cortile ma può raggiungere solo il colonnato d’entrata. Vertice a Palazzo Chigi Quando l’auto corazzata del n.1 della Russia varca il cancello di palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte è lì attenderlo al centro del cortile d’onore. Vladimir Putin arriva dal Quirinale in un centro storico romano privo di circolazione autostradale e pedonale. Effetto surreale subito annullato dalle finestre del cortile di palazzo Chigi pavesate a festa con il Tricolore e la Bandiera russa. A terra, agli angoli, la formazione simbolica classica, che prevede anche il vessillo europeo. Stretta di mano iniziale e condoglianze del premier a Putin per la tragedia del sottomarino russo. E il presidente infatti ha un sorriso, un pò tirato, visto anche il numero di vittime causato dall’incidente (che per qualche ora è sembrato mettere in forse una visita programmata da tempo) e indossa non a caso un vestito grigio scuro, cravatta in tinta, con camicia bianca. Niente inni nazionali, a palazzo Chigi, in segno di rispetto. Conte appare disinvolto come padrone di casa, accompagna Putin lungo il picchetto d’onore, al quale si inchina, poi si voltano, salutano televisioni, fotografi e giornalisti, prima di salire negli uffici del premier.