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Inchiesta sanità, arrestati segretario Pd e assessore

La governatrice dell'Umbria Catiuscia Marini

Ai domiciliari Luca Barberini e Gianpiero Bocci per irregolarità in una serie di concorsi. Coinvolti anche 6 dirigenti ospedalieri.

Silvia Sfregola
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Bufera sulla sanità in Umbria. Perquisizioni, arresti e una ridda di polemiche politiche. Ai domiciliari sono finiti il segretario regionale del Partito democratico ed ex sottosegretario all'Interno, Gianpiero Bocci, l'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, e il dg dell'ospedale, Emilio Duca. Stesso provvedimento per il direttore amministrativo. Indagata la presidente della Regione, Catiuscia Marini. L'inchiesta, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla Procura di Perugia, è stata aperta con ipotesi di reato che vanno dall'abuso di ufficio alla rivelazione del segreto d'ufficio, dal favoreggiamento al falso. Nel mirino è finito un concorso per dirigenti nell'Azienda sanitaria di Perugia. Se Barberini si è dichiarato estraneo ai fatti e si è autosospeso dal Pd, oltre ad aver annunciato che si dimetterà dalla carica di assessore, la governatrice in una nota ha annunciato che «mi è stata notificata dalla Procura della Repubblica di Perugia una richiesta di acquisizione di atti nell'ambito di una indagine preliminare relativa a procedure concorsuali in capo ad una Azienda sanitaria umbra. Ho offerto - ha aggiunto Marini - la mia massima collaborazione personale e istituzionale all'attività dei rappresentanti dell'autorità giudiziaria». Una vicenda che dalle cronache locali è rimbalzata fra i leader di partito nazionali. Il segretario dem, Nicola Zingaretti, ha deciso immediatamente di commissariare la Federazione regionale del Pd dell' Umbria con la nomina di Walter Verini. Dura la reazione degli azionisti di governo. Il titolare del Viminale, Matteo Salvini, ha attaccato: «Senza entrare nel merito degli ultimi arresti, i cittadini dell'Umbria sono malgovernati da troppo tempo; elezioni regionali subito!». Dal canto suo, l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, ha definito «molto grave quel che è accaduto in Umbria. Lo è soprattutto perché parliamo di sanità, della salute delle persone, su cui per anni la politica ha speculato senza mostrare vergogna. Dobbiamo togliere la sanità pubblica dalle mani dei partiti. Bisogna slegare le nomine negli ospedali dalla politica. Bisogna fare - sottolinea - una legge per introdurre un sistema più meritocraticratico ed efficiente, con concorsi trasparenti». Intanto, il Pd dell'Umbria si è detto «scosso dai fatti» e ha espresso «piena fiducia nell'operato della magistratura». «Ci auguriamo che tutti i soggetti coinvolti - si legge in una nota - sappiano dimostrare la loro piena correttezza ed estraneità ai fatti contestati. Il Partito Democratico dell' Umbria è un partito sano e da subito continueremo a lavorare, con la segreteria regionale, con i dirigenti comunali e i circoli per l'imminente campagna elettorale per le elezioni europee e comunali».

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