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Fondazione Hruby: serve più tecnologia per la sicurezza dei beni culturali

Mercoledì in Senato la presentazione dell'indagine AstraRicerche

Davide Di Santo
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Roma è la città d'arte preferita dagli italiani (con l'84,5% delle preferenze, a seguire Firenze con il 28,4% e poi in ex aequo Pisa e Milano); il Colosseo con il 60,1% il monumento scelto dagli italiani come il più rappresentativo del patrimonio nazionale. Dal punto di vista economico, meno di un intervistato su tre ritiene che il patrimonio artistico nazionale sia pienamente valorizzato: più dell'80% degli intervistati è consapevole della necessità di un maggior livello di protezione per i nostri beni artistici. Gli italiani, almeno il 65,8%, sono orgogliosi delle bellezze artistiche del Paese, 'solo' il 34,3% però sente il senso di appartenenza a una Nazione. I residenti in Lazio, Umbria e Molise, secondo i dati della ricerca, dimostrano un maggior amore per la propria regione, con una media dell'8,36 superiore al 7,23 del Nord-Ovest e al 7,52 del Sud. È quanto emerge da una ricerca della Fondazione Enzo Hruby (svolta attraverso 1.051 interviste online condotte su un ampio campione costituito da italiani di età compresa tra i 15 e i 65 anni) che sarà presentata mercoledì 6 marzo alle ore 16.30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani (via della Dogana Vecchia 29 - Roma), presso il Senato della Repubblica, con il Patrocinio del Senato della Repubblica. "Gli italiani - afferma Carlo Hruby, vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby, impegnata da oltre dieci anni per sostenere la protezione del patrimonio culturale italiano - ritengono che la tecnologia sia indispensabile per la protezione dei beni culturali: è quanto emerge dall'indagine che abbiamo commissionato all'Istituto AstraRicerche e che è confluita nel nuovo volume edito dalla nostra Fondazione "Il tesoro più grande. Come gli italiani pensano, tutelano e valorizzano il patrimonio culturale". Da Nord a Sud, infatti, l'83% degli intervistati auspica un aumento del livello di sicurezza per le opere d'arte, con un incremento dell'uso della tecnologia e con un miglioramento del parco tecnologico già a disposizione. Questa fiducia verso le moderne tecnologie è assolutamente ben riposta, dato che gli strumenti oggi disponibili permettono di offrire, con costi contenuti, un'adeguata protezione su misura per ciascuna opera e per ciascun contesto da proteggere. Tuttavia, purtroppo, esiste ancora oggi un grande gap tra le possibilità offerte dalle moderne tecnologie e il loro effettivo utilizzo nell'ambito di un programma organico che consenta di agire in maniera preventiva e non seguendo la logica delle emergenze, come spesso emerge dalla cronaca dei furti e degli atti di vandalismo. A questo si associa purtroppo la mancanza di una piena consapevolezza del valore culturale, economico e sociale del nostro patrimonio culturale. Portare questi temi all'attenzione e al cuore delle Istituzioni del nostro Paese con la presentazione del libro è un'occasione importante per sensibilizzare l'opinione pubblica, gli addetti ai lavori e le nuove generazioni sull'importanza della protezione del nostro inestimabile patrimonio come presupposto fondamentale per la sua valorizzazione".

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