la truffa online

"Rovinato dopo il furto d'identità". Sui social il profilo fake di Roy De Vita

Francesco Fredella

Furto. Senza scasso, ma con un semplice clic. Anche i ladri si sono convertiti alla tecnologia. Stavolta a lanciare l’allarme è il noto chirurgo estetico Roy De Vita, primario di chirurgia ricostruttiva all'Istituto Tumori Regina Elena di Roma, che oggi ospite di Eleonora Daniele a Storie Italiane su Rai1 ha svelato quello che gli è accaduto: “Un giorno in mail una signora mi chiede se le creme che pubblicizzo sono realmente efficaci. Io sono cascato dalle nuvole, per cui mi faccio mandare tutto quello che riguardava questa pubblicità. C’era una falsa intervista in cui io dicevo delle cose inverosimili: parlavo male dei colleghi, parlavo male del botox, tutte cose che non avevano senso scientificamente e che sono eticamente riprovevoli. Alla fine l’intervista rimandava all’acquisto di una crema miracolosa di cui non conoscevo l’esistenza: non so nemmeno che cosa contenga”. Il professore De Vita - che ha presentato una denuncia per sostituzione di persona e diffamazione - ha raccontato come la presenza di questo profilo fake sui social network, che utilizza sue fotografie e falsi contenuti, gli stia rovinando la vita: “Ho raccolto testimonianze di miei pazienti che avevano comprato la crema: mi hanno mandato le fatture, i numeri a cui telefonavano... Tutte le informazioni le ho date alla Polizia Postale ma ancora non è stato sufficiente a fermare questa truffa, con cui utilizzano la mia persona, la mia faccia, la mia credibilità professionale per vendere questi prodotti”. Roy De Vita è difeso dall’avvocato penalista Piergiorgio Assumma: “Abbiamo presentato una denuncia per sostituzione di persona e diffamazione. Purtroppo oggi, tra i vip e non solo, è un fenomeno sempre più diffuso, vista l’apertura del web e la sua velocità. Un’eccellenza medica nel mondo, primario della divisione di chirurgia plastica dell'Istituto di tumori del Regina Elena, non può e non deve essere associato a un prodotto cosmetico, che i venditori, con un sistema truffaldino, lo fanno apparire come sponsor o forse come produttore e che spacciano il prodotto come taumaturgico”.