la mazzata
Confermati i domiciliari ai genitori di Renzi
Il gip del tribunale di Firenze, Angela Fantechi, ha respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli. I genitori dell'ex premier Matteo Renzi, accusati di bancarotta e false fatturazioni nell'ambito di un'inchiesta della procura fiorentina sul fallimento di alcune cooperative collegate alla loro azienda di famiglia, la Eventi 6, sono ristretti ai domiciliari dal 18 febbraio scorso. Oltre a loro due, è finito ai domiciliari anche l'imprenditore ligure Mariano Massone, mentre gli indagati sono in tutto 18. La richiesta di revoca degli arresti domiciliari "per la totale insussistenza delle esigenze cautelari" era stata depositata lunedì scorso dall'avvocato Federico Bagattini, difensore dei coniugi, durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, motivandola anche con il fatto che i genitori dell'ex premier hanno lasciato ogni carica nella Eventi 6. Il pm Luca Turco aveva espresso parere negativo alla revoca della misura cautelare. Nel provvedimento del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Renzi senior e Laura Bovoli, si motiva la misura cautelare con "il pericolo di reiterazione del reato" ipotizzando il rischio che la società Eventi 6 "si possa avvalere di altre cooperative" per continuare a commettere i reati di bancarotta fraudolenta e di emissione di fatture false. Ai genitori dell'ex premier vengono contestate dall'accusa fatture false e gonfiate per circa 250mila euro. Le avrebbe emesse, secondo i magistrati della procura di Firenze, la Marmodiv, una delle cooperative coinvolte nell'inchiesta. Ma la Marmodiv, per la quale è stato chiesto il fallimento nell'ottobre scorso, secondo l'accusa sarebbe stata utilizzata per "alleggerire" degli oneri previdenziali e fiscali la società della famiglia Renzi, la Eventi6. Aggiungono inoltre i pm che la Marmodiv, che distribuisce materiale pubblicitario della Eventi 6, "con il consenso del committente, ha sistematicamente destinato, fin dall'origine, al macero una parte del materiale pubblicitario affidatole per la distribuzione". Sempre secondo l'accusa, i coniugi Renzi sarebbero gli amministratori di fatto di questa cooperativa, come lo sarebbero stati di altre due cooperative già fallite: la Delivery Service e la Europe Service. La prima venne costituita nell'aprile 2009 da 10 soci, sei dei quali residenti a Rignano sull'Arno (Firenze). La Delivery venne poi abbandonata e fatta fallire. Da lì è partita l'inchiesta che ha portato alle misure cautelari. Stesso destino ha avuto la Europe Service e la stessa fine sarebbe toccata alla Marmovid. La procura di Firenze, martedì scorso, ha allegato al parere contrario alla revoca degli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli nuovi atti d'indagine, tra i quali documenti relativi alla procedura fallimentare della cooperativa Marmodiv, su cui il tribunale fallimentare dovrebbe emettere sentenza nella prossima udienza del 20 marzo, e nuove testimonianze raccolte dagli investigatori della guardia di finanza che hanno condotto l'indagine. Circostanza confermata dal legale dei genitori dei genitori dell'ex premier, l'avvocato Bagattini, che ha spiegato che "la procura ha allegato al parere contrario" all'istanza di revoca dei domiciliari "una serie di atti di indagine compiuti pochi giorni prima dell'esecuzione della misura, e dei quali la difesa non aveva alcuna conoscenza e i cui esiti non ci sono stati contestati nell'interrogatorio, durante il quale peraltro il pm non ha fatto alcuna domanda in merito. Siamo stati privati della possibilità di difenderci anche su questi nuovi elementi, sulla base dei quali peraltro il gip nella decisione odierna ha ritenuto sussistenti profili di attualità rispetto alle esigenze cautelari".