servizi segreti
Allarme degli 007 per le elezioni: "Rischio razzismo sulle Europee"
"Costante attenzione informativa è stata riservata al panorama dell’ultradestra che, caratterizzatosi per una pronunciata vitalità, ha riproposto, specie con riguardo alle formazioni più strutturate, alcune consolidate linee di tendenza: competizioni egemoniche e fluidità di rapporti, interesse ad accreditarsi sulla scena politica mantenendo uno stretto ancoraggio alla “base”, propensione ad intensificare le relazioni con omologhe formazioni estere. Le strategie d’inserimento nel tessuto sociale hanno fatto leva su iniziative propagandistiche e di protesta, soprattutto in talune periferie urbane, centrate sull’opposizione alle politiche migratorie, nell’ambito di una più ampia mobilitazione su tematiche sociali di forte presa (sicurezza, lavoro, casa, pressione fiscale). Tale attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba, si è accompagnato ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che, al di là del richiamato omicidio di Macerata, potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo". E' quanto si legge nella 'Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza', curata dal Comparto Intelligence e relativa all'anno 2018. Tenere la guardia alta. La relazione degli 007 sulla politica dell'informazione per la sicurezza parla chiaro. Nel documento si legge: "Attenzione mirata è stata riservata ai numerosi indicatori di minaccia e warning, alla mobilità internazionale dei combattenti - in relazione al rischio che foreign fighter in fuga dall’area siro-irachena facessero ingresso, o ritorno, nel nostro Paese. Esiste la possibilità, da ritenersi tuttora concreta, che al Qaeda sfrutti l’indebolimento del cosiddetto Stato Islamico per un rilancio dell’attività terroristica, tanto nei quadranti in cui ha sinora perseguito una strategia di progressivo rafforzamento o radicamento, quanto con nuove sortite nel territorio dei "Crociati". E’ quanto si legge nella "Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza", curata dal Comparto Intelligence e relativa all’anno 2018. E ancora: "La cornice di sicurezza nel Paese è stata caratterizzata da forte precarietà. DAESH ha infatti continuato a rappresentare una grave e concreta minaccia, conducendo ripetutamente operazioni asimmetriche che hanno trovato particolare enfasi anche nella propaganda ufficiale dell’organizzazione". "Il web si conferma la dimensione di elezione in cui condividere o delineare progettualità ostili e fare proselitismo, scambiare materiale apologetico che istiga alla lotta contro i "miscredenti" e veicolare istanze radicali antioccidentali anche nel nostro Paese. Particolarmente assiduo si è rivelato l’uso dei social network e di canali di messaggistica protetti dalla crittografia end-to-end per postare locandine con frasi e immagini di minaccia verso l’Italia e il Vaticano. Emblematico del sottile confine che separa il cosiddetto "jihadismo da tastiera" da quello attivo è l’arresto, a Milano, il 21 novembre, di un ventiduenne egiziano utente di forum jihadisti che si era dichiarato pronto a combattere per DAESH". Nella relazione si legge che "l’andamento complessivo dei flussi via mare ha conosciuto, nell’anno di riferimento, una contrazione degli arrivi senza precedenti, segnando una flessione di oltre l’80%. Tale sviluppo è da attribuire soprattutto alla rafforzata capacità della Guardia costiera libica nella vigilanza delle acque territoriali, e alla drastica riduzione delle navi delle ONG nello spazio di mare prospicente quelle coste che, di fatto, ha privato i trafficanti della possibilità di sfruttare le attività umanitarie ricorrendo a naviglio fatiscente e a basso costo. Altrettanto nodale si è rivelato il potenziamento dei controlli a Sud della Libia, specie in territorio nigerino, secondo una strategia di "presidio avanzato" condivisa dalla UE e convintamente sostenuta dall’Italia". "Sull'immigrazione clandestina faccio due riflessioni: non bisogna lasciare margini ai trafficanti di esseri umani e nessuno può sentirsi autorizzato a chiudersi nel suo orticello pensando che il problema non lo riguardi. Finora l'Italia è stata lasciata da sola. Continueremo a batterci perché il problema migratorio sia affrontato per quello che è: un problema che riguarda tutti". Lo ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, durante la presentazione pubblica della "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza", curata dal Comparto Intelligence e relativa all'anno 2018.