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Il Papa sul web e arrivano gli stalker

Papa Francesco

Francesco sbarca sulla app per pregare e agli utenti non pare vero di poterlo insolentire

Pietro De Leo
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Non si può neanche pregare in pace. Ieri Papa Francesco, durante l'Angelus, ha lanciato una piattaforma che si chiama “click to pray”. “Qui inserirò le intenzioni e le richieste di preghiera per la missione della Chiesa”, ha detto il Pontefice, che affacciato alla finestra dello studio ha dato il via al progetto con un tocco di dito su un tablet. Un gesto che contiene la sua simbologia, incardinando anche la tecnologia al pontificato. ”Internet e social media sono una risorsa del nostro tempo-ha sottolineato Francesco - un'occasione per stare in contatto con gli altri, per condividere valori e progetti, e per esprimere il desiderio di fare comunità. La rete può aiutarci anche a fare comunità, a pregare insieme”. Per l'occasione era affiancato da Padre Frederic Fornos, direttore internazionale dell'Apostolato della preghiera. Di “click to pray” è disponibile anche un'app per smartphone, a testimonianza di quell'evoluzione tecnologica del messaggio papale, che mira a raggiungere capillarmente la generazione più giovane (domani peraltro si aprirà la Giornata Mondiale della Gioventù a Panama e il Papa vi si recherà mercoledì). Un cammino iniziato da Benedetto XVI che diede il via, nel dicembre 2012, all'account twitter del Papa e anche in quell'occasione il passo in avanti nel mondo dei social fu “celebrato” pubblicamente con il Pontefice che tastò su un tablet. Dunque, nel giro di poche ore, la piattaforma web inaugurata da Papa Francesco è diventata approdo di preghiere ed invocazioni. Ma c'è anche una punta polemica. Sì, perché nella pagina dedicata al “Rosario” per la pace, un utente che si firma come “pippa bornielli” ha preso a lasciare una valanga di messaggi che riguardano il confronto in corso nel mondo della Chiesa. “Preghiamo perché il Santo Padre risponda ai dubia dei quattro cardinali”, ha scritto. Per chi ha la memoria più corta, i dubia sono dei quesiti che un gruppo di cardinali conservatori (Raymond Burke, Walter Brandmüller, Carlo Caffarra, Joachim Meisner, gli ultimi due non sono più tra noi) posero al Papa su alcuni argomenti della esortazione apostolica Amoris Laetitia. Le cinque domande erano formulate in maniera tale da richiedere una risposta secca, non argomentata e la loro redazione accese un dibattito molto intenso nel mondo della chiesa. Dibattito mai sopito, visto che il Papa a quelle questioni sollevate non ha mai risposto direttamente. Ieri, dunque, il tema si è insinuato anche nel nuovo strumento tecnologico introdotto dal Papa. E l'utente “pippa bornielli” nella pagina insiste: “Santo Padre, quando rispondi ai dubia su Amoris Laetitia”?. E di nuovo:  “Santo Padre, ma una rispostina sui Dubia no?”. E poi: “Santo Padre, rispondi a tutti, perché ai 4 cardinali dei dubia no?”. E di nuovo:  “Santo Padre, ma i dubia dei 4 cardinali? Che ti ci vuole a rispondere? Una mezz'oretta e la chiudi lì”. E ancora: “Santo Padre, ma quando rispondi ai dubia dei 4 cardinali?”. L'utente, o la utente, indefessamente pubblica altri messaggi, magari un po' diversi ma sempre. Qualcuno scende a difesa del Papa, come l'utente “angela mula” che ricorda come il sito sia un luogo di preghiera e non per “un'accusatio”. Oppure tale Elia Romeo che scrive: “Quando sentite una mormorazione interrompete subito affinché non siate anche voi partecipi a questo male tremendo...la mormorazione divide...la mormorazione uccide la persona…la mormorazione infanga…prima di aprire bocca siate attenti è molto responsabili di quello che state per dire...meglio una bocca senza parole che una bocca con troppe parole”. E dunque anche un sito di preghiera si trasforma nel terreno di un aspro duello. 

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