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Barcone affonda in acque libiche. Muoiono 117 migranti

Migranti soccorsi dalla Marina Militare italiana nel maggio 2016 (LaPresse)

I tre superstiti : "Con noi c'erano donne e bambini"

Davide Di Santo
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Naufragio di un barcone carico di migranti africani al largo della Libia. Tre persone sono state soccorse dalla Marina militare che ha recuperato anche tre cadaveri. Secondo la testimonianza dei sopravvissuti, raccolta dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) l'imbarcazione è partita dalla Libia con 120 persone a bordo e sarebbero pertanto 117 i dispersi, tra cui donne e bambini. "Secondo le testimonianze di tre sopravvissuti arrivati a Lampedusa i migranti a bordo erano 120", ha dichiarato Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim. "Partiti dalla Libia giovedì notte, dopo dieci, undici ore di navigazione il gommone ha cominciato ad affondare e le persone sono cominciate ad annegare, quindi parliamo di circa 117 dispersi, tra queste dieci donne tra cui una ragazza incinta e due bambini tra cui un bambino di soli due mesi". I migranti erano soprattutto dell'Africa occidentale, Nigeria, Gambia Costa d'Avorio, Camerun, ma anche dal Sudan La Marina militare ha informato, nel pomeriggio, che un aereo da pattugliamento, in volo nell'ambito dell'operazione Mare Sicuro, ha avvistato il gommone in fase di affondamento. L'equipaggio dell'aereo, viste le pessime condizioni di galleggiabilità, ha subito lanciato due zattere di salvataggio. Nel frattempo, appena ricevuto l'allarme, il cacciatorpediniere della marina Caio Duilio, che si trovava a oltre duecento chilometri di distanza, ha disposto il decollo del proprio elicottero per inviarlo nell'area del naufragio. L'elicottero ha recuperato, con due diverse missioni tre naufraghi in ipotermia: uno in mare e altri due da una delle zattere di salvataggio lanciate dall'aereo. Una volta a bordo della Duilio, i tre naufraghi hanno ricevuto le prime cure e quindi sono stati trasferiti presso l'ospedale di Lampedusa via elicottero. Le ricerche degli altri possibili superstiti continuano in cooperazione con la marina libica. 

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