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Arrestati due magistrati. Diamanti e soldi per sentenze aggiustate

Da Trani erano stati trasferiti a Roma Per fare pressioni uno dei due millantava contatti con i servizi segreti e Gladio

Viola Tandoi
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DSiamanti, gioielli, Rolex, viaggi, lavori in villa e tangenti per centinaia di migliaia di euro. Secondo il gip di Lecce Giovanni Gallo, i magistrati di Roma Michele Nardi e Antonio Savasta - per anni in servizio a Trani - si sono lasciati corrompere da un imprenditore pugliese, Flavio D'Introno, in cambio della promessa di esercitare pressioni sui loro colleghi giudici per ottenere la sua assoluzione. Per questo ieri sono stati condotti in carcere con l'accusa di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso, per fatti commessi tra il 2014 e il 2018. «Nardi, una settimana prima del verdetto di primo grado, mi disse – riferisce l'imprenditore nell'interrogatorio del 10 ottobre 2018 – che la situazione era grave che mi avrebbero condannato e che servivano due milioni di euro, perché i giudici erano particolarmente difficili, per sistemare la questione, milioni che dovevano essere ripartiti tra i giudici. Io però mi rifiutai perché non avevo quella disponibilità economica (...) Nardi in diverse occasioni ha fatto riferimento ai suoi stretti contatti con i servizi segreti, dicendo che era in contatto con personaggi della struttura Gladio. Questa affermazione la utilizzava anche per spaventarmi». A Nardi sono stati sequestrati 672mila euro, tra cui un Rolex e diamanti; a Savasta 490.000 euro... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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