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Cesare Battisti in galera. Ora caccia a chi l'ha aiutato

Fascicolo aperto a Milano sulla rete di protezione del terrorista

Davide Di Santo
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Cesare Battisti è ormai rinchiuso nel carcere di Oristano. E ora scatta la caccia a chi ha aiutato il terrorista dei Proletari armati per il comunismo negli ultimi giorni di latitanza ma anche nei decenni in cui l'ex primula rossa ha evitato la condanna all'ergastolo per quattro omicidi riparando prima in Francia, poi in Brasile. La procura di Milano infatti ha aperto un'indagine "esplorativa" sulla rete di protezione di cui avrebbe beneficiato Battisti ieri in Bolivia e finalmente trasferito in Italia. Si tratta, al momento, di un modello senza ipotesi di reati, né indagati. Il titolare del fascicolo è Alberto Nobili, responsabile dell'antiterrorismo milanese. L'indagine intende far luce su tutte le persone che potrebbero aver aiutato, realmente oppure economicamente, l'ex terrorista Battisti condannato in contumacia per quattro omicidi. L'informativa della Digos di Milano, che arriverà alla procura generale venerdì o al più tardi lunedì, avrà carattere riepilogativo e vedrà, nero su bianco, tutte le indagini sul caso Battisti, e su eventuali aiuti. Sono stati gli uomini della Digos a eseguire intercettazioni e pedinamenti da cui si potrà stabilire eventuali reati e se sono perseguibili in Italia. La relazione, a cui stanno lavorando gli uomini della questura, sarà una sorta di riassunto di una latitanza lunga 37 anni: dalla Francia, al Brasile fino alla cattura in Bolivia.  Battisti era in Bolivia dal 16 novembre, un mese esatto dopo l'annuncio con cui il neo-presidente brasiliano Bolsonaro annunciava la sua consegna all'Italia e un mese prima del mandato di arresto emesso dal Supremo tribunale Federal. Ma i primi controlli su Cesare Battisti e sulla sua rete di "protezione" sono cominciati lo scorso 16 ottobre ed è emerso che l'ex terrorista ha usato anche il suo profilo Skype: Cesare 1900. È quanto risulta dalle indagini della Digos di Milano e del sostituto pg Antonio Lamanna che, grazie e un sofisticato sistema di monitoraggio, hanno individuato gli spostamenti dell'ex componete dei Pac. 

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