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Tangenti per aggiustare i processi. Arrestati due magistrati del Tribunale di Roma

Ai tempi dei fatti contestati erano in servizio a Trani. Sequestrato soldi, orologi e diamanti

Davide Di Santo
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Due magistrati che erano in servizio negli uffici giudiziari di Trani e oggi lavorano a Roma sono stati condotti in carcere, al termine di un'inchiesta della Procura di Lecce su presunti casi di corruzione. Tangenti sarebbero state versate per aggiustare indagini e processi. La custodia cautelare in carcere è stata disposta per Antonio Savasta (ex sostituto procuratore oggi giudice del Tribunale di Roma) e Michele Nardi (in passato gip a Trani, poi distaccato presso l'ispettorato del ministero della Giustizia e attualmente sostituto procuratore a Roma). In carcere è finito anche Vincenzo Di Chiaro, ispettore di polizia in servizio al commissariato di Corato. LE ACCUSE - Tutti e tre sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari, falso ideologico e materiale. Delle stesse ipotesi di reato risponde anche l'avvocatessa barese, Simona Cuomo, mentre per l'avvocato di Trani, Ruggiero Sfrecola, si ipotizza il concorso in corruzione. Stessa accusa anche per l'immobiliarista di Barletta Luigi D'Agostino, destinatario di un divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale e degli uffici direttivi delle imprese per un anno. Ai due avvocati, Cuomo e Sfrecola, è stata notificata l'interdizione dall'esercizio della professione per un anno. Insieme alle ordinanze sono stati eseguiti decreti di sequestro nei confronti degli indagati che hanno riguardato denaro, conti corrente e beni, tra cui un orologio Daytona d'oro e diamanti, trovati nella disponibilità di Nardi. "RISCHIO INQUINAMENTO DELLE PROVE" - "Il ricorso alla misura cautelare si è reso indispensabile tenuto conto del concreto pericolo di reiterazione di condotte criminose e del gravissimo, documentato e attuale rischio di inquinamento probatorio", evidenzia in una nota il procuratore della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone de Castris. Secondo la Procura di Lecce l'imprenditore fiorentino D'Agostino avrebbe procurato a Savasta un incontro a Palazzo Chigi con l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti nel giugno 2015. All'epoca Savasta indagava su D'Agostino per un giro di presunte fatture false. D'Agostino - come emerso da un'inchiesta della procura di Firenze - era in rapporti d'affari con Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo. 

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