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Scontri Inter-Napoli: arrestato "il Rosso", il capo ultrà Marco Piovella

Il gip: "Pericoloso e reticente". Indagato anche il capo dei "Viking" Nino Ciccarelli

Silvia Sfregola
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Il provvedimento era nell'aria, e alla fine la Digos di Milano ha arrestato il capo ultras della curva nord nerazzurra Marco Piovella per gli scontri del 26 dicembre prima di Inter-Napoli. "Il Rosso", come è conosciuto nell'ambiente, classe 1984, nato a Pavia, è il capo dei Boys San, vicini all'estrema destra, e da diversi anni è responsabile delle coreografie di San Siro. Laurea al Politecnico e un'attività imprenditoriale di successo nel design dell'illuminazione, nella sua doppia vita di tifoso ha collezionato numerose denunce per episodi di violenza in occasioni di manifestazioni sportive ed era sottoposto a Daspo. Si trova ora a rispondere per averlo violato, e soprattutto per rissa aggravata, lesioni e omicidio. Piovella era stato sentito dagli inquirenti dopo essere stato chiamato in causa da Luca Da Ros, uno dei tre tifosi arrestati per primi, come possibile organizzatore dell'agguato contro i van dei tifosi del Napoli che la sera di Santo Stefano passavano per via Novara prima dell'inizio del match. Nel corso degli scontri con roncole, martelli e bastoni, ha perso la vita l'ultrà napoletano Daniele Belardinelli, 39 anni, investito da un Suv o da una monovolume a cui gli investigatori stanno cercando di risalire. In carcere rimangono Da Ros e gli altri due interisti Francesco Baj e Simone Tira, per il gip Guido Salvini c'è il rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Lo stesso vale per Piovella, che, sentito una prima volta, aveva ammesso di essere presente al momento dei fatti, ma non avrebbe detto cosa sa davvero. Una figura di riferimento per i tifosi, che potrebbe anche essere in grado di condizionare gli altri testimoni se fosse lasciato libero.

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