Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Perizie su opere d'arte false, Sgarbi indagato. La replica: "Querelo il pm"

All'attacco: "Mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico era arrivato più in basso"

Carlo Antini
  • a
  • a
  • a

Opere d'arte false dichiarate autentiche. Su questo stanno investigando i carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che hanno indagato 23 persone, tra cui Vittorio Sgarbi in quanto presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma. In particolare, sono stati eseguiti 4 provvedimenti applicativi di misure cautelari di cui 2 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e 2 divieti temporanei di esercizio dall'attività professionale a carico di 4 persone, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e commercializzazione di opere d'arte contraffatte. Le misure cautelari giungono al termine di una complessa attività investigativa che ha visto i Carabinieri del Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale - Sezione Falsificazione ed Arte Contemporanea - operare su tutto il territorio nazionale, coordinati da Laura Condemi della Procura della Repubblica di Roma. Associazione per delinquere, contraffazione di opere d'arte e ricettazione, i reati contestati, a vario titolo, ai 23 indagati, che, secondo le indagini, erano riusciti a immettere, nei canali leciti del mercato dell'arte contemporanea, numerose opere d'arte contraffatte, corredandole di fraudolente certificazioni di autenticità. Nel corso delle indagini sono state sequestrate oltre 250 opere ritenute contraffatte (per un controvalore di oltre 30 milioni di euro), per lo più cedute ad ignari collezionisti, oltre a vario materiale atto alla falsificazione. L'organizzazione ruotava intorno alla Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, presieduta da Vittorio Sgarbi e composta da importanti galleristi, esperti d'arte e mediatori commerciali. I presunti autori del reato sono, con posizioni diverse, coinvolti in maniera attiva nella falsificazione, autenticazione e commercializzazione di opere d'arte falsamente attribuite al celebre artista marchigiano Gino De Dominicis, riconosciuto come uno degli autori più importanti dell'arte italiana del secondo dopoguerra con quotazioni sempre più in rialzo sul mercato, ed, in misura minore, ad altri maestri dell'arte contemporanea. Le due ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono state emesse a carico della Vice Presidente della Fondazione - personaggio di spicco nella vicenda poiché, essendo stata in passato assistente personale dell'artista, verosimilmente sfruttava nella contraffazione delle opere le sue approfondite conoscenze circa le tecniche pittoriche e l'iconografia concettuale del maestro deceduto nel 1998, e nei confronti del principale soggetto che materialmente realizzava le opere contraffatte. «Mai il nucleo di tutela del patrimonio artistico dei carabinieri era arrivato più in basso mettendo l'ignoranza al servizio della cecità e della mancanza di giudizio di un magistrato, tale Laura Condemi, sostituto di quella Procura della Repubblica di Roma che ha consentito, nonostante le drammatiche segnalazioni di Italia nostra e mie, l'abbattimento del villino Naselli del 1930, in prossimità del quartiere Coppedè. L'insipiente Procura è indifferente al vandalismo e alla distruzione e insegue e sequestra opere autentiche di Gino de Dominicis sulla base di indagini farlocche, senza alcun elemento probatorio, senza l'individuazione di falsari: un'indagine irresponsabile e criminale che distrugge la reputazione di un artista di cui non si conoscono falsi, se non nell'esaltazione di chi pretende di essere l'unico esperto». Così in una nota Vittorio Sgarbi commenta l'inchiesta che, come presidente della Fondazione De Dominicis, lo vede indagato insieme ad altre 22 persone in relazione a un presunto giro di opere contraffatte. «E ci si mette anche il magistrato -continua- indossando le vesti di critico d'arte, immaginando una 'bandà che non c'è' mai stata. L'ignoranza dei carabinieri e la presunzione del magistrato sono una fantasiosa e visionaria minaccia della libertà della critica e della competenza degli esperti per favorire gli interessi di un solo collezionista autonominatosi critico d'arte, da cui è partita questa scellerata indagine. Dopo aver lavorato per tanti anni per il nucleo tutela del patrimonio artistico dei carabinieri contribuendo a importanti recuperi; ho messo sull'avviso alcuni anni fa l'allora comandante del nucleo sui gravi errori di due indagini parallele». «Quella del grottesco recupero della cosiddetta 'Tavola Dorià -prosegue Sgarbi- un patente falso scambiato per originale di Leonardo ed esposto,dopo enorme dispendio di energie e danaro, al Quirinale, ingannando il presidente. E quella del sequestro di opere autentiche di de Dominicis come false. Due errori gravi che l'arma dei carabinieri non ha riparato, esponendosi prima al ridicolo e oggi agli interessi di uno solo contro la verità. Provvederò a una interrogazione parlamentare e chiederò l'accesso agli atti dell'indagine, che infama collezionisti e galleristi onesti senza alcun elemento probatorio, e pregiudica l'attività critica con i suoi liberi convincimenti. Parallelamente, ho dato incarico all'avvocato Cicconi di procedere con una denuncia per diffamazione contro il pubblico ministero Condemi».

Dai blog