la rivolta a 5 stelle
Rabbia "No Tap" contro i Cinquestelle: bruciate bandiere, tessere e foto dei politici grillini
Contestazioni sul territorio, nuova bufera interna e alta tensione in un momento assai delicato per il governo. Dopo le proteste in Puglia per l'accordo su Ilva, è la decisione di andare avanti sulla Tap ad agitare il mondo a Cinque Stelle. "Questa terra non è in vendita" e "M5s dimettetevi" sono solo alcuni dei manifesti degli attivisti No Tap sventolati nel corso della manifestazione organizzata questa mattina sul lungomare di San Foca di Melendugno contro il governo Conte e contro la costruzione del gasdotto Tap che ha recentemente ricevuto l'avallo di legittimità dall'esecutivo. La protesta contro i grillini Nel mirino del movimento "No Tap" a San Foca, nella marina di Melendugno è finita anche la ministra per il Sud Barbara Lezzi, con Forza Italia che è unita ai comitati contro il gasdotto per chiederne le dimissioni. Alcuni attivisti hanno bruciato le proprie tessere elettorali e le foto che ritraevano i volti dei parlamentari del M5S eletti in Salento, compresa quella del ministro del Sud, Barbara Lezzi, e il simbolo del Movimento pentastellato. Lo hanno fatto perché - hanno spiegato - si sentono traditi da coloro che aveva promesso in campagna elettorale che il gasdotto Tap sarebbe stato bloccato in due settimane, invece il governo Conte ha ora avallato la costruzione dell'opera. Di Maio si giustifica: "Non sapevamo" La replica del vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio era arrivata già ieri dalla Sicilia, precisamente da Scordia: "Posso assicurare che non è semplice dover dire che sulla Tap ci sono delle penali per quasi 20 miliardi di euro. Ma così è, altrimenti avremmo agito diversamente. Noi non lo sapevamo, non ci hanno mai parlato delle penali". Pressato dalla base, il capo politico segue la direzione tracciata dall'esecutivo e chiude ogni spiraglio, perché "non ci sono alternative" alla realizzazione del gasdotto che porterà dall'Azerbaigian all'Europa il gas. Il problema in Puglia però esiste, perché in campagna elettorale erano state fatte promesse diverse. Un esempio? Il pasionario Alessandro Di Battista aveva annunciato, tra gli applausi in un comizio. che "con il M5S al governo quest'opera in due settimane non si farà più". Ora però, ma la decisione era nell'aria da mesi, la Tap a Melendugno arriverà. Ecco allora la rabbia nel Salento, con attivisti che hanno strappato la tessera elettorale su Facebook e il comitato No Tap durissimo. "Non potete nascondervi dietro una frase "sono No Tap" e dicendo che le autorizzazioni date sono legittime, di fatto, scaricando le responsabilità ad altri. Se avete le palle come le stelle rimettete il vostro mandato! DIMETTETEVI!", è infatti l'attacco sui social al governo giallo-verde.